“Carissime amiche inzinesi,
se vi scrivo è perché sono veramente in emergenza; voi che mi conoscete sapete che non è mia abitudine chiedere ma quando c’è un’urgenza ed è per gli altri, mi sono detta che è una responsabilità che mi devo prendere.
Sono venuta ad aiutare padre Maximo Zavaleta, un prete peruviano che avevo conosciuto 28 anni fa per aver lavorato con lui nella Sierra Andina. Sapevo che era ammalato ma non immaginavo certo che la situazione fosse così grave!
A causa di un diabete mai curato e un’ipertensione conseguente è quasi cieco, soffre di una nefropatia che gli sta logorando i reni e non ha soldi neppure per le medicine più urgenti …..
Ciononostante lavora tutto il giorno in parrocchia ad alleviare le sofferenze altrui ….”
Chi invia questo concitato messaggio è la nostra concittadina Lina Buizza che a Inzino tutti conoscono bene ma non tutti forse sono al corrente di cosa abbia fatto e faccia tuttora.
Lina ha trascorso 40 anni della propria vita come infermiera professionale, prima come missionaria nei vari paesi dell’Africa e dell’America Latina, poi come responsabile, sempre però in campo medico, di organismi non governativi.
L’ultimo progetto, terminato nei primi mesi di questo 2007 per mancanza di fondi l’ha portata in Burundi dove gestiva un dispensario con oltre 1500 ammalati di Aids, per la maggior parte donne e bambini.
Dai primi di ottobre è in Perù, nella periferia di Lima, a Tablada de Lurin, una baraccopoli con tante case “pollaio” costruite su ripide colline polverose.
La parrocchia dove opera padre Maximo conta 25000 abitanti ed è talmente povera che le elemosine delle messe non bastano neppure per le candele.
Il clima è umidissimo, non si vede quasi mai il sole e una nebbia che sale dal mare incombe sulle case per tutto il giorno. Per questo proliferano malattie di ogni genere. La droga e il banditismo completano il quadro.
La chiesa e le case hanno subito danni notevoli a causa del recente terremoto ma gli aiuti stentano ad arrivare in questo angolo di mondo dimenticato che ricorda tanto i gironi dell’inferno dantesco.
Lina chiede alle amiche e alle famiglie inzinesi che sempre l’hanno sostenuta un aiuto perché a Tablada de Lurin c’è bisogno di tutto: di medicinali, di oggetti indispensabili per la vita quotidiana, di arredi per la chiesa sempre frequentatissima e partecipata. Il tam tam è stato immediato e in un container partito a metà novembre dello scorso 2007 si sono inviati una dozzina di cartoni e vari pacchetti postali con i medicinali più urgenti.
Sarebbe bello però se anche i bambini della parrocchia di Tablada de Lurin avessero una tazza di cioccolato e un pezzo di pane e che le persone anziane si sentissero meno sole anche solo per un giorno.
Vogliamo aiutarli?
Le amiche inzinesi di Lina
Coloro che intendessero aiutare in vario modo Lina, possono contattare Norma Pintossi, Rosanna Pedretti, Clara Mazzelli.
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