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Alessandro Sala e Eugenio Busi |
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Sono tre pubblicazioni sostenute "…per avviare una convincente riconciliazione con il consumatore e la società nel suo complesso e dimostrare un impegno per la valorizzazione e la gestione del territorio che travalica l'interesse tecnico e lo stesso coinvolgimento emotivo." Sono parole dell'assessore Alessandro Sala intervenuto per affermare tra l'altro che i cacciatori sono "…una casta privilegiata perché lassù qualcuno ha voluto che potessimo leggere la natura con gli occhi di un ragazzo che sfoglia un libro di avventure", ma avvertire anche che purtroppo alcuni che praticano l'attività venatoria disonorano quella che è una "missione" con "esibizioni e comportamenti indecenti e maleducati". Per questo un richiamo a "tornare ad essere un esempio, di far vedere che siamo i migliori dei nostri denigratori e che più di loro amiamo gli animali e la terra".
Il volume "Nell'alta valle del Caffaro: caccia e bagòs" stampato da Endi di Bagnolo Mella, sono riprodotte belle espressive tavole del pittore Eugenio Busi che ha saputo rendere i colori e le atmosfere di Bagolino e delle sue montagne sulle quali i "malghesi" lavorano per produrre quel bendidio che è il Bagòs, formaggio tipico della zona, e rappresentare l'ambiente nelle sue forme di vita e paesaggistiche che rendono l'Alta Valle del Caffaro un posto unico ed affascinante.
Bruno Gambacorta ha scritto la prefazione degli altri due volumi. L'"Atlante dello spiedo bresciano" è opera di Riccardo Lagorio, mentre "La via selvatica alla cucina bresciana" è il secondo tomo di un lavoro che ha impegnato Carla Boroni e Anna Bossini nel proseguire una ricerca che in prima battuta aveva portato le autrici ad approfondire argomenti legati alla selvaggina da penna.
Nel secondo tomo gli argomenti riguardano la selvaggina da pelo e sono trattati con "grand'esperienza e capacità" in quanto è messa in evidenza l'eccellenza gastronomica del nostro territorio, osserva l'assessore Sala aggiungendo che la tradizione ancora si conserva ed anzi "sente proprio oggi l'esigenza di recuperare sapori e aromi più genuini". Pregevoli le pagine che compongono una piccola antologia, una breve rassegna di brani sulla caccia che porta il lettore a scoprire poeti e scrittori della letteratura italiana i quali hanno dedicato pagine significative alla caccia ed alla gastronomia, in diversi periodi: il Duecento e Dante; da Boccaccio all'Umanesimo; il Rinascimento; dal Barocco all'Illuminismo; il Romanticismo: il secondo Ottocento. "Solo a Brescia e dintorni - scrive Gambacorta - poteva nascere l'idea di una serie di libri come questi, preziose testimonianze di approccio alla natura e alla cucina che non tutti condividono ma che lì è certamente radicato nel tempo e nello spazio e coinvo0lkge da decenni centinaia di migliaia di persone che non solo apprezzano la caccia come attività sociale, come fattore di aggregazione e come approccio conoscitivo della natura, ma ne coltivano le potenzialità gastronomiche sia a casa propria che sedute a ristorante".
Franco Piovani |