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In un tempo in cui fanno da protagonisti il computer, le nuove tecnologie e media, la lingua inglese e la comunicazione internazionale, in Valgobbia risuona ancora la nostalgia per il dialetto che sta scomparendo. Oramai sono quelli che hanno più capelli bianchi e qualche ruga in faccia a ricordare i tempi in cui l’italiano veniva considerato troppo colto, lasciando spazi al “lönare” piuttosto che al “calendario”, oppure del “habet” invece del “sabato”. Questa iniziativa, nata nel 2000, ha fatto sì che il nuovo millennio non faccia perdere la tanta sospirata cadenza dialettale, perché il futuro non si può realizzare senza il ricordo del passato. Sul palcoscenico del “Teatro Odeon” si sono esibiti diversi poeti del dialetto lumezzanese e di quello bresciano, in una serata mediata dal giornalista e scrittore Egidio Bonomi e dalla presenza di Luciano Bianchi, noto musicista di Lumezzane, che ha dato un tocco musicale alle varie composizioni.
La classifica finale ha dato merito a Domenica Tanfoglio con la poesia “Gheba”, a Mario Francesco Bugatti, autore de “La dieta” e a Pierangela Donati, con il suo scritto “Prömaera robada”. Questi scrittori sono stati premiati nell’ambito della poesia dialettale lumezzanese. Va invece a Iottini Alberto, autore di “Fioca”, Dario Tornago con “Bras de mama”e Stefano Godizzi che ha realizzato il componimento “Al campanil del me paes”, il premio che riguarda la categoria del dialetto bresciano.
La rassegna dialettale, organizzata dalla Biblioteca Civica “Felice Saleri” di Lumezzane, ha visto anche la presenza dell’assessore alla Cultura, Dario Giorgio Zani, del sindaco valgobbino, Silvano Corli, e del presidente della biblioteca, Anna Scaroni. Parole di apprezzamento per questo concorso sono state proferite dall’assessore alla Cultura, che ha messo in risalto come il dialetto sia una lingua che punta direttamente al messaggio, senza fare troppi giri di parole per un significato spesso non comprensibile. Lo stesso assessore ha espresso anche la speranza che questa rassegna possa essere svolta anche in altri comuni bresciani. All’interno della serata, ma fuori concorso, è stato protagonista anche Massimo Pintossi, poeta valtriumplino, che ha realizzato l’opera “Mahem”. Tutte le varie composizioni sono state accompagnate, nel momento della lettura, dai tocchi musicali di Luciano Bianchi. Alla cerimonia hanno partecipato anche alcuni ragazzi disabili come Ettore, Corrado, Massimo, Diego e Fiorella, quest’ultima legata alla cooperativa Caldera, che hanno mostrato per la prima volta le proprie doti nel parlare in dialetto. L’ultimo commento è stato affidato al primo cittadino Corli, che ha espresso il proprio stato d’animo in merito alle poesie sentite durante la serata, “simbolo – secondo il sindaco – della situazione che ci sta intorno”. (f.z.)
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