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Franco Tamburini, Presidente AIB |
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L’aumento dell’attività produttiva è stato determinato dalla dinamica positiva delle vendite sia sul mercato interno sia su quello estero. Le prospettive a breve sono moderatamente positive sebbene vi siano forti incognite per quanto riguarda l’andamento dei prezzi delle materie prime e delle fonti energetiche, nonché del tasso di cambio euro/dollaro. Queste, in sintesi, le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale mensile condotta dal Centro Studi dell’AIB su un campione di 250 imprese associate. Ritornando ai dati di gennaio, la produzione è aumentata in tutti i settori, ad eccezione del “calzaturiero”, “legno e mobilio”, “meccanica tradizionale e mezzi di trasporto”. Le variazioni positive più significative si sono invece registrate nei settori: “abbigliamento”, “agroalimentare e caseario, “chimico, gomma e plastica”, “metallurgico e siderurgico” e “tessile”.
La dinamica dell’attività produttiva per classi dimensionali ha evidenziato variazioni positive in tutte le classi, in particolare nelle imprese piccole e maggiori.
La produzione in gennaio è aumentata per 40 imprese su 100 (7 nella rilevazione di dicembre 2007), non è variata per 47 (51) e diminuita per 13 (42). Le imprese soddisfatte dei propri livelli di attività, in rapporto alla potenzialità aziendale, sono il 13% e quelle insoddisfatte il 25%.
L’utilizzo degli impianti riflette sostanzialmente l’andamento dell’attività produttiva, con una percentuale del 29% di imprese che dichiara di averlo aumentato, del 62% di quelle che non lo ha variato e del 9% di quelle che lo ha diminuito. Il livello di utilizzo della capacità produttiva, rispetto al potenziale, è giudicato alto dal 13% delle aziende, basso dal 19% e normale dal 68%.
Le vendite sul mercato nazionale sono cresciute per il 36% delle imprese (9% nella precedente rilevazione), non sono variate per il 48% (47%) e diminuite per il 17% (44%).
Le vendite verso i Paesi UE sono aumentate per il 33%, rimaste invariate per il 50% e diminuite per il 17%; quelle verso i Paesi Extra UE hanno subito variazioni positive per il 27% del campione, nulle per il 59% e negative per il 14%.
Le giacenze di prodotti finiti risultano adeguate alle esigenze per il 91% delle imprese, alte per il 4% e basse per il 5%.
Le scorte di materie prime risultano normali per l’80% delle aziende, alte per l’8% e basse per il 12%.
La manodopera è aumentata per l’8% delle aziende, è rimasta invariata per l’80% e diminuita per il 12%.
Le prospettive a breve termine sono moderatamente positive; infatti, il 27% delle imprese prevede di aumentarla, il 65% di diminuirla ed il restante 8% di mantenerla stabile.
L’utilizzo degli impianti presenta un profilo sostanzialmente simile a quello della produzione: il 15% delle aziende prevede di aumentarlo, il 7% di ridurlo e il 78% di mantenerlo stabile.
Gli ordini dal mercato interno sono previsti in aumento dal 23% delle aziende, stabili dal 63% e in diminuzione dal 14%.
Gli ordini dai Paesi dell’UE sono attesi in crescita dal 21% delle aziende, stabili dal 71% e in calo dall’8%.
Gli ordini dai Paesi extra UE sono previsti in aumento dal 13% delle imprese, stazionari dal 72% e in diminuzione dal 15%.
La manodopera è prevista stabile dall’81% delle aziende, in diminuzione dal 13% e in aumento dal 6%.
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