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Come sempre ci abituiamo troppo bene. E troppo velocemente. La vittoria col Bologna capolista forse ci aveva dato alla testa. O forse inconsapevolmente i nostri bravi atleti hanno peccato di troppa fiducia in se stessi, non oso dire di presunzione. Certamente non ho visto la grinta sfoderata dalle rondinelle come in tante altre partite. Non che il Mister Cosmi abbia “peccato” in strategie di avvicinamento... Non che a Ravenna dovesse essere una passeggiata… Pensavamo però un poco tutti (dica la verità chi ha pensato il contrario) che una vittoria in un modo o nell’altro l’avremmo portata a casa. E ci abbiamo creduto e sperato fino alla fine della partita. Abbiamo avuto dalla nostra anche la “fortuna” di giocare l’ultimo quarto d’ora in superiorità numerica, ma non è stato sufficiente. Certo le “piccole” (chiedo scusa al Ravenna) si esaltano con le “grandi” (chiedo scusa al Brescia) ed il Ravenna ha sfoderato a tratti se non proprio un buon gioco certamente la volontà di non demeritare. Alcuni suoi giocatori (a cominciare dal portiere) si sono davvero esaltati. E buon per noi che proprio al 49esimo non abbiamo subito la beffa della sconfitta.
Il pareggio è risultato assolutamente giusto per quel che si è visto in campo, ma il Brescia a tratti ha giocato d’affanno e quando il risultato non si sblocca, in ogni caso, nei primi sessanta minuti di gioco, tutto diventa oggettivamente più difficile.
Ed è così che Possanzini e soci hanno gettato alle ortiche la possibilità, sulla carta, assai facile di avvicinarsi alla gioia di vedere la promozione diretta in serie A.
Naturalmente stiamo assolutamente calmi. Noi facili cronisti per primi. L’abbiamo detto anche altre volte. Non si può certo sempre vincere. Sta però di fatto che chi è davanti a noi continua incessantemente a vincere.
Ma c’è tutto ancora il tempo assolutamente necessario per vincere e pure per perdere, per noi, ma anche per le altre squadre. Ed allora, più avanti nel campionato, diremo che questo pareggio ha fatta bene alla riflessione, portandoci un poco di umiltà, che non fa mai male.
Piero Gasparini |