|
Luciano Antonini è di Inzino, entra nella squadra locale nel ’55 e vi rimane fino al ’66, contribuendo quindi alla sua migliore stagione. La squadra si chiamava prima U.S.O. Inzino (Unione Sportiva Oratori) e poi C.S.I. Inzino; era integrata nell’attività dell’oratorio, ma non c’è nemmeno da metterlo in dubbio, per i ragazzi la motivazione principale era il calcio, anche perché nello sport non c’erano praticamente alternative: niente pallavolo o altro, forse un po’ di atletica. Il curato che teneva le fila della vita oratoriale era don Nicola Bragadina, che invece, come tutti i preti, non la vedeva proprio allo stesso modo dei ragazzi sulle priorità tra gioco e religione. Luciano racconta che una domenica, lui e i suoi soci, non rispettarono il comandamento sulla santificazione della festa, ma non persero l’appuntamento con la partita contro il Marcheno; ebbene, stavano giusto giocando quando arriva il curato che ferma tutto e li fa uscire dal campo. Semplice: non siete andati a dottrina e quindi non giocate. Esito: partita sospesa per motivi di ordine metafisico e andata vinta all’altra squadra. Ci si può chiedere: gli avversari erano buoni cristiani e avevano ottemperato ai loro doveri? Avevano un curato distratto? Giocavano fuori casa e quindi erano lontani dalla sua possibilità di azione?
La domenica il pubblico non mancava mai; c’era pieno di gente e talvolta si dovevano costruire perfino delle tribune attorno al campo sportivo: tre, quattrocento persone sui 1200 abitanti che poteva fare allora Inzino. In fondo, se non c’era altro che il calcio per i ragazzi, si può dire che lo stesso valeva per tutti gli altri. La partecipazione ai tornei provinciali comportava delle spese non indifferenti, sostenute direttamente dai ragazzi e in parte dal contributo di alcuni artigiani. Il presidente era Pietro Gamba e dava sempre qualcosa. Gli allenatori erano invece Claudio Tagliabue, Pietro Dorici e Gino Cominelli. Allora, alla base del gioco stava la prestanza fisica e anche su questo non mancano di venire a galle simpatici aneddoti. Luciano Antonini ricorda ad esempio che durante un incontro Gardone - Inzino, il suo diretto avversario era Enzo Cominassi, al contrario di lui un po’ piccolino. Ogni volta che avveniva un confronto gli bastava poco per ostacolarlo e per questo erano sempre addosso, senza che lui facesse qualcosa di particolare. Arbitrava Peruchetti quella volta e fischiava sempre la punizione. Allora Luciano gli dice: “Oh! Bepi…!”. E l’altro: “Pota, l’è picinì…!” Come per dire porta pazienza.
La squadra dell’Inzino, scomparsa dalla cronaca per qualche stagione nella seconda metà degli anni Cinquanta, ritorna nel ’59-’60 iscritta al Campionato provinciale C.S.I. Ma bisogna attendere un torneo notturno del ’62 per ottenere finalmente la vittoria, con la formazione composta da Tanfoglio, Spada, Ongari, Paris, Abbiatico, Gamba. È finalmente l’inizio di una nuova stagione. Meritatamente ottiene, infatti, il posto d’onore del Campionato provinciale C.S.I. nel ’62-’63 e il successo si ripete l’anno successivo e anche nella stagione ’66-’67. Nelle formazioni dei tre anni troviamo Moretti, Spada, Poli, Paris, Petroni, M. e G. Ghibelli e il nostro Antonini. (5-continua)
|