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In tempo di guerra, quando dal ’43 hanno cominciato a bombardare anche Gardone, Carlo (era un nome piuttosto diffuso allora) era sfollato coi suoi da alcuni parenti in valle di Inzino, in Sughe. Il papà e la sorella lavoravano in fabbrica a Gardone, scendevano a piedi la mattina e tornavano la sera. Lui scendeva per andare a scuola. Una mattina, il ragazzino non ne vuole sapere di andarci e se ne scappa nel bosco fino al santuario di S. Bartolomeo. Appena su, arrivano gli aeroplani. Col primo bombardamento erano scesi dalla Croce di Pozzuolo lungo la valle di Gardone, invece quella seconda volta vengono giù da S. Bartolomeo, così hanno sotto proprio tutto il paese e le sue fabbriche, fino all’Arsenale. Dal suo punto di osservazione, là in alto, Carlo segue ogni cosa e quando gli aeroplani se ne vanno, corre giù in paese a cercare papà e sorella. La sorella, che lavorava alla Bernardelli, la trova in montagna lì sopra la fabbrica; il papà, invece, era riuscito a raggiungere le gallerie dove la Beretta aveva riparato alcuni reparti, nella montagna dietro il campo sportivo, e che servivano da rifugio per la gente durante gli attacchi aerei. Nel periodo della guerra al campo non si andava più a giocare, era usato dai soldati per i loro mezzi. Di là si passava o per ripararsi alle gallerie o per andare al dispensario, dove davano gli alimenti con la tessera.
Tutti i dieci, quindici anni prima erano stati una lenta preparazione di quella dannata guerra. Il fascismo aveva irregimentato tutti: gli uomini, le donne e anche i bambini. Negli anni Trenta, al campo funzionava la colonia elioterapica, una specie di centro estivo che univa lo svago all’educazione militare dei più piccoli.
L’entrata in guerra non comporta subito la sospensione dei campionati, come invece era successo durante il primo conflitto mondiale: è evidente l’interesse del fascismo a mantenere operativo tutto ciò che può distrarre l’opinione pubblica dai temi della politica e della guerra. Nel 1940, due squadre gandonesi sono tra le sessantotto che in vari gironi partecipano al Torneo Federale Gioventù Italiana del Littorio per formazioni a sei giocatori; il girone G è vinto dalla Lunardini con 11 punti e vede in seconda posizione la Gardonese/A con 7 punti. La Gardonese/B si classifica prima del girone E con 10 punti ed è ammessa alle semifinali. Si vedono partite con fior di risultati: Gardonese/A - Sorlini/B 10 a 2, Gardonese/A - Pogliaghi/B 9 a 3, Gardonese/B - Stocchetta 7 a 1, Pogliaghi/A - Gardonese/B 1 a 6.
Ancora la Gardonese partecipa nella stagione 1940-41 al Campionato provinciale Sezione Propaganda Seconda Categoria, ma in complesso la competizione non risulta ad appannaggio dei nostri. Si distinguono tuttavia due giocatori che nel 1941 vengono convocati al Brescia Calcio; si tratta di Rino Guala e Eugenio Lechi. Il primo sarà nella squadra del capoluogo per qualche anno e poi diverrà allenatore del Beretta negli anni Cinquanta; nel Dopoguerra, il secondo sarà invece del Beretta come giocatore.
Nonostante gli sforzi del regime per mantenere vive le occasioni sportive, in breve non si hanno più notizie di campionati locali o provinciali, ma solo di alcuni tornei. Molti giovani erano in effetti al fronte, e tra loro certamente si trovavano appassionati calciatori; d’altra parte possiamo supporre che i fatali eventi bellici colpissero di gran lunga più intensamente la vita sociale che non la curiosità o lo spirito sportivo. Quelli che rimangono attivi sono dunque i tornei locali delle organizzazioni fasciste, come quello del Comando G.I.L. di Sarezzo nel 1942, vinto dalla squadra di Zanano, o quello provinciale, con ben settantasei squadre in competizione dall’agosto dello stesso anno. il Gardone vi partecipa nel girone N insieme a Lumezzane e Sarezzo vincendo sei partite su sei e superando il secondo turno; nella finale del torneo viene però eliminato dalla Lunardini.
Dopo l’8 settembre 1943, ormai in fase Repubblica di Salò, avviene allo Stadium Gymnasium, in via S. Angela Merici a Porta Venezia, a Brescia, una gara un po’ particolare, autorizzazta dal comando germanico; si tratta di una partita di calcio fra le squadre degli stabilimenti O.M. di Brescia e Beretta di Gardone V.T. Alla gara, cui il pubblico può assistere gratuitamente, partecipano vari elementi di indubbia classe, fra cui Albini, Romano, Perazzolo, Antolini, Andreis. Albini e Antolini li ritroveremo in migliori circostanze, nelle vicende del Beretta del dopoguerra. Nel mese di dicembre, poi, un’altra amichevole si tiene stavolta a Gardone, ed è un Brescia - Gardonese che termina 3 a 2. Passiamo, da ultimo, al 1944 col Torneo Bresciano per squadre a sei giocatori. Vi sono iscritte due squadre del Dopolavoro Beretta e una del Dopolavoro Redaelli. Mentre questo viene eliminato, il Beretta/A giunge secondo con 4 punti e il Beretta/B penultimo con 2 punti. Come frammentarie erano le notizie all’inizio del calcio gardonese, negli anni ’20, così lo sono quelle della fase bellica, tra il ’40 e il ’44. Col termine della guerra anche il calcio riprenderà nuova linfa, ma questa è per il momento un’altra storia. (6 – continua) |