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Il gioco impegna le energie e le risorse del bambino e lascia tracce nella sua personalità favorendo l’acquisizione di molte abilità nuove ed il loro consolidamento.
Grazie alle sue caratteristiche di libertà, di contraddizione, d’incoerenza e di piacere il gioco esprime i contenuti affettivi più segreti dell’animo infantile e realizza anche in forma simbolica i desideri, le tendenze e le contraddizioni del bambino e quindi merita tutta la nostra attenzione.
Non è certamente facile dare del gioco una definizione univoca poiché le espressioni del gioco infantile variano lungo le diverse tappe dell’età evolutiva.
Nei primi mesi di vita, infatti, il movimento e la percezione sensoriale sono già una forma di gioco.
All’inizio è la mamma l’oggetto di scoperta e di divertimento del bambino. Poi crescendo aumenta in lui la consapevolezza che tra sé e la mamma c’è differenza. A questo punto inizia a giocare con il suo corpo, muove braccia e gambe, apre gli occhi, succhia il pollice, porta ogni oggetto alla bocca e in questo modo prova delle soddisfazioni che lo appagano e rappresentano la conquista del successo.
È attratto anche da tutti quegli oggetti che gli permettono nuove forme d’esplorazione e giocattoli facili da afferrare, divertenti, colorati e sonori sono di grande stimolo alla sua crescita.
Dai 6 mesi, il gioco ha il compito di rendere il bambino più consapevole e più padrone delle sue capacità.
Nel bambino aumenta sempre più l’interesse per ciò che lo circonda, si sviluppa il desiderio di divertirsi, conoscere ed imparare. Il giocattolo, che prima era il tramite di conoscenza tra lui ed il mondo, ora diventa indispensabile per la sua crescita.
Afferrare e lasciare, scuotere e pesare, nascondere e ritrovare sono fra i primi movimenti che subito, con un oggetto in mano, diventano gioco.
Giocare è il modo per crearsi difficoltà e poi provare a superarle. È un sistema di conoscenza.
Giocare con il bambino e osservarlo mentre gioca è uno strumento fondamentale di conoscenza non solo delle sue abilità ma anche delle sue emozioni più profonde.
È anche un modo per l’adulto di riscoprire gli entusiasmi dell’infanzia e la capacità di divertirsi. Il bambino chiederà molto spesso a mamma e papà di giocare con lui. È quindi importante per il genitore lasciarsi coinvolgere volentieri nel gioco. Il bambino che gioca è un bambino che cresce e sta bene.
Aicha Laribi |