La produzione è rimasta stabile per il 59% degli operatori, diminuita per il 7% e aumentata per il 34%. Il giudizio sul livello di attività, in rapporto alle potenzialità dell’azienda, è normale per il 59% delle imprese, soddisfacente per il 13% e insoddisfacente per il 28%. L’utilizzo degli impianti è rimasto stabile per il 76% delle aziende, è diminuito per il 7% e aumentato per il 17%.
Le vendite in Italia sono rimaste invariate per il 61% delle imprese, aumentate per il 38% e calate per l’1%; quelle nei Paesi UE sono rimaste stabili per il 73% delle imprese, aumentate per il 20% e diminuite per il 7%; quelle nei mercati extra UE sono rimaste invariate per l’86% delle aziende, diminuite per il 9% e aumentate per il 5%.
Le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate alle esigenze dal 93% delle imprese e basse dal restante 7%. Le scorte di materie prime sono giudicate adeguate alle esigenze dal 92% delle imprese, alte dall’1% e basse dal 7%.
La manodopera non è variata per l’86% delle imprese e aumentata per il 14%.
Le prospettive a breve termine sono per un recupero della produzione, prevista in aumento dall’11% delle aziende e stabile dall’89%. Le previsioni sull’utilizzo degli impianti ricalcano fedelmente quelle sulla produzione. Gli ordini dal mercato domestico sono previsti stabili dal 90% delle aziende, in aumento dall’8% e in diminuzione dal 2%; gli ordini dai Paesi UE sono previsti stabili dal 96% delle imprese, in aumento dall’1% e in diminuzione dal 3%; quelli dai Paesi extra UE sono previsti stabili dal 94% delle aziende, in aumento dal 2% e in diminuzione dal 4%. L’occupazione è prevista stabile dal 95% delle aziende e in aumento dal rimanente 5%.
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