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La Valle Trompia è il paese natale di un grande papa ed ora diciamo di Alessandro Ferri, che abita nella Valle di Sarezzo, appassionato di “piante carnivore”.
Alessandro aveva 12 anni quando incominciò a guardare con curiosità i libri di suo padre, appassionato del miracolo della natura.
Quello era un libretto di Scienze, adatto per un ragazzo che frequentava la prima Media.
Ora ha 19 anni si sta diplomando in Perito Agrario alla Pastori di Brescia, e da allora la passione
dell’evolversi della natura lo ha sempre coinvolto.
Ha guardato con curiosità il mondo della natura. Le meraviglie incontrate non erano fantasticherie, ebbe la possibilità di emigrare in un pianeta inesplorato.
Cominciò ad appassionarsi delle piante carnivore del regno vegetale.
Il primo vasetto acquistato conteneva una piantina di modeste dimensioni. Si assicura che l’umidità fosse elevata, e scopre il fantastico scivolamento dell’insetto attratto da un liquido zuccherino nelle fauci viscide di un “cono” munito di un coperchietto. Il malcapitato non riesce più ad uscire perché le pareti sono viscide, pelose, e viene… digerito nei giorni seguenti.
Ronzando arriva l’insetto e si posa sull’orlo per succhiare il liquido zuccherino. Per un principio fisico il malcapitato, non appena apre le ali perde portanza cade nel “cono”. Il tragico movimento lo fa cadere nella coppa, perde le forze ed è digerito dal liquido presente nell’ascidio (coppa).
Trascorrono gli anni, i vasetti si moltiplicano, fa degli esperimenti, arrivano dall’Inghilterra alcune piantine, dalla Polonia sono in arrivo, attraverso Internet le sementi, crea un piccolo stagno contenente sia piante palustri che piante carnivore acquatiche tipiche dell’Europa nord-orientale e fra queste “l’aldrovanda”.
A questo punto aiutato da suo padre costruisce una piccola serra.
Mi ha fatto conoscere anche i suoi ultimi acquisti, fra questi la “Dionea muscipula” che si presenta con foglie verdi. Queste appaiono divise in due parti: una vicina al picciolo di forma normale, l’altra dilatata con i margini orlati da peli rigidi puntuti. Le due metà del lembo sono accostate come le valve di una conchiglia di ostrica e mostrano al loro interno 6 peli sensibili e un’intensa colorazione rossa.
La mosca si è posata, ha toccato una setola che ha dato l’allarme. Le valve scattano e il margine dentato dell’una s’incastra in quella dell’altra. La trappola terribile si chiude ermeticamente ed entrano in azione delle ghiandole che secernano un liquido contenente enzimi capace di digerire anche le corazze dei coleotteri!
Le radici sono piccole, servono solo per assorbire l’acqua, la pianta è carnivora e non ha bisogno di assorbire il nutrimento salino dalle radici.
Sono piante veramente affascinanti nei colori dei fiori che in primavera sfoggiano la loro bellezza.
Alessandro mi ha raccontato che anche nella Valle del Mella si trovano alcune piante carnivore.
Ha molte altre passioni, come tutti i giovani, ama la musica, gioca nel Basket di Lumezzane, ed è molto piacevole parlare con lui che dà spiegazioni molto esaurienti sul nuovo argomento che vi ho appena proposto.
Alba Pioletti
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