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 Nr.14 del 16/06/2008
 
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Sulle rotte del pesce
Pare proprio sia lui, il simbolo principe della nostra civiltà: il pesce. Che la millenaria storia dell'uomo sia legata strettamente a lui: le origini del cristianesimo e la diffusione del monachesimo, la peste nera e lo sviluppo dei commerci, il Rinascimento, la Riforma e la Controriforma, le scoperte geografiche e la colonizzazione…

Tutte variabili che rimandano a loro, i pesci. È la tesi di un antropologo inglese, Brian Fagan, dell'Università della California, a Santa Barbara. Il quale sostiene che l'arrivo sul Nuovo Continente fu solo l'ultima tappa di un percorso millenario all'inseguimento del pesce. Addirittura l'icona stessa dell'America, i padri pellegrini, riuscirono a sopravvivere perché si installarono nel Maine. E lì che cosa c'era? Una delle zone più ricche di merluzzo del Pianeta. Ma anziché andare a caso, vediamo di seguire Fagan nelle sue peregrinazioni, per capire meglio da dove ha inizio tutta questa storia.
Sulle rotte del pesce si arrivò prima in Islanda, poi in Groenlandia, quindi a Terranova. E si colonizzarono le terre impervie del Nuovo Continente. Nelle due cartine, le rotte dei Vichinghi e di Cristoforo Colombo.

Il pescatore è sempre stato una figura sacerdotale. Nodon era un dio celtico. Un dio pescatore. Anche Orfeo, il mitico cantore e poeta tracio, figlio di Apollo e della Musa Calliope, in una delle sue raffigurazioni più comuni era un pescatore. Il dio gallese Bram era chiamato pescatore di uomini. E per la prima volta si manifesta come pesce, nelle sue incarnazioni o apparizioni, Vishnu, la divinità indiana che, con Brahma e Siva, costituisce la Trimurti.
I Maori sono genti polinesiane stanziate nella Nuova Zelanda settentrionale. Sottomessi dai bianchi e decimati, hanno una leggenda secondo la quale il Tutto nacque con una battuta di pesca. Per non dire della Bibbia, che è piena di riferimenti simbolici ai pesci, dalla balena di Giona al Leviathan, mostro della mitologia fenicia ed ebraica abitante nel mare cosmico. Nel mito, dalla lotta di una divinità contro un mostro, nasceva l'ordine. E Gesù non si è manifestato innanzitutto ad un gruppo di pescatori? E la pesca miracolosa, non è stata forse uno dei primi miracoli? E profetizzando, non disse forse: «Vi farò pescatori di uomini?»
Così i primi cristiani si identificarono subito in un simbolo. Che si trova nelle catacombe e nelle iscrizioni tardo-antiche: il pesce stilizzato. E, in greco antico, la parola pesce è Ichthys. Che è anche l'acrostico di Iesus Cristos Theou yos Soter, Gesù Cristo, figlio di Dio, Salvatore.
Tuttavia, questo rapporto fra pesce e storia dell'uomo non è rimasto solo simbolico. Si fece subito pragmatico quando si iniziò ad attuare il digiuno del venerdì e quello quaresimale e l'astinenza dalla carne. La domanda di pesce crebbe in maniera spropositata. Si creò un’immensa industria ittica. E si cominciò a mangiare pesce. Molto più pesce.
È pur vero che vi erano anche ragioni di carattere esclusivamente pratico. Nell'Alto Medioevo si praticava una agricoltura di sussistenza. All'arrivo della Quaresima si uccidevano gli animali domestici in eccesso, perché era importante risparmiare il foraggio. Allora il pesce diventava un cibo indispensabile per la sopravvivenza. Soprattutto le specie che si potevano pescare con facilità, come l'anguilla ad esempio. Insomma, il pesce ha continuato a salvare l'umanità dalla fame. Il pesce nelle sue infinite varietà: l'aringa, la carpa, il merluzzo…
Ogni epoca si è distinta per il consumo di alcune specie di pesci. E nel Medioevo l'aringa e il merluzzo, entrambi facili da conservare sotto sale, e perciò alla portata anche dei più poveri, erano particolarmente appetiti. La costruzione di peschiere permise ai monasteri di diventare autonomi per gli approvvigionamenti. Nel Trecento iniziò, in tutta Europa, un prospero allevamento della carpa. Un pesce oggi di ben poco valore.
Dal 1300 sino al 1800, è un periodo di 500 anni definito Piccola epoca glaciale. In esso, l'intensificazione della pesca salvò molti milioni di persone nelle carestie e nelle ghiacciate continue. Nessuno osò contestare la capacità salvifica del pesce. Persino Lutero non rinunciò al pesce, il venerdì e nella Quaresima. Eppure egli aveva spazzato via riti secolari ed eliminato molti elementi della Chiesa di Roma.
Alla fine del Cinquecento, la carne scarseggiava. Così, per stimolare l'industria della pesca, nell'Inghilterra anglicana furono imposti ben due «Fisshe Days», due giorni del pesce. Oltre al venerdì, anche il sabato. E, per chi mangiava la carne, erano multe salate.
Ma è una affermazione ardita di Brian Fagan a destare particolare interesse: il pesce ha guidato anche la scoperta del Nuovo Mondo. Oggi capita (molto) spesso che si sentano declamare le virtù alimentari del pesce. Il suo apporto di proteine di elevata qualità. Non solo. È anche un alimento molto ricco di minerali e vitamine: fosforo e potassio, vitamine A-D e B e iodio. Povero di calcio e di vitamina C. A parità di proteine apportate dalla carne, fornisce meno lipìdi. Famosa, la sua capacità di abbassare il colesterolo nel sangue.


Ermanno Antonio Uccelli


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