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Allora si delineavano le linee di base promosse dal Comune di Lumezzane in riferimento agli imprenditori e artigiani valgobbini, mentre oggi è possibile riconoscere i settori in cui i titolari delle aziende possono collaborare. Al teatro Odeon di Lumezzane è stata presentata la fase finale del progetto alla presenza del sindaco valgobbino, Silvano Corli, del vice presidente della provincia di Brescia, Aristide Peli, dell’assessore alle attività produttive di Lumezzane, Nicla Picchi e del rappresentante della Comunità Montana, Sergio Richiedei.
Erano presenti anche l’ing. Romano Biglietti del CSMT, l’ing. Simone Zanoni della Facoltà di ingegneria di Brescia e Marco Bortoli di Gruppo Impresa. Il Sindaco di Lumezzane ha parlato di problemi di competitività industriale dovuti in parte alla mancanza di infrastrutture utili e in parte ai nodi che bloccano l’imprenditorialità valgobbina e ha tracciato le fasi che si sono svolte fino a questo momento, con la mappatura delle aziende che possono essere compatibili nell’aspetto tecnologico. La crisi industriale della Valgobbia, per il primo cittadino, è dovuto al fatto che la forbice tra grande e piccola impresa è sempre più grande con le grandi aziende che possono permettersi maggiori oneri, mentre quelle più piccole sono stagnanti per le spese e per i nodi anche burocratici. Le soluzioni sarebbero quindi quelle di favorire una maggiore concorrenza, anche a livello internazionale, soprattutto all’interno delle piccole imprese.
Questo progetto è partito nel 2005 e l’assessore della Comunità montana valtriumplina, Richiedei, ha manifestato la volontà di estendere quest’attività anche agli altri piccoli comuni della Valle, effettuando collaborazioni con il CSMT in una logica di filiera e prendendo spunto da altri progetti come quello della provincia di Brescia (Industria 2015) e dai fondi europei legati al periodo 2007-2013.
Il vice presidente della provincia di Brescia, Peli, ha parlato dell’importanza di aggregare le piccole imprese a quelle più grandi secondo una logica di traino e favorire la collaborazione tra le istituzioni pubbliche e le imprese stesse. Il secondo massimo vertice di Palazzo Broletto ha ammesso anche come la burocrazia sia pesante e spesso svantaggi la nascita di nuove imprese e di una nuova cultura del lavoro, ma ha sottolineato i fondi che nel 2007 la Provincia e la Regione Lombardia hanno destinato ai progetti (1 milione di euro), così come i fondi europei di 260 milioni di euro destinati al Pirellone. Fondi, però, che tendono sempre verso i nuovi mercati della Cina, dove ci sono più competizione e progetti fattibili.
L’obiettivo di questo progetto è dare la possibilità alle aziende di trasferire le proprie competenze su prodotti e mercati nuovi rispetto a quelli con cui l’impresa è nata. Lo ha sottolineato anche l’assessore alle Attività produttive di Lumezzane, Picchi, che ha parlato di un gruppo di lavoro sempre presente nella selezione delle aziende che vogliono operare in altri campi.
Con il mese di luglio si conclude la fase relativa alla selezione di quelle aziende che manifestano capacità e compatibilità tecnologiche con i nuovi campi e l’esposizione di dieci proposte uscite da questo progetto.
Da settembre fino alle fine del 2008 saranno le aziende ad affiancarsi al gruppo di lavoro e scegliere se e a quale proposta aderire. Durante questo periodo il Comune di Lumezzane offrirà un aiuto nel reperimento di fondi per i progetti, nella collaborazione istituzionale e nell’acquisizione di progetti regionali per le aziende. Le stesse aziende potranno, quindi, affidarsi al CSMT e all’assessorato comunale per ottenere maggiori informazioni.
Romano Biglietti, titolare del CSMT (Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico), ha fornito le operazioni compiute dall’ente per trovare la compatibilità e la versatilità delle aziende verso i settori emergenti. A questo punto per l’ente è importante verificare la fattibilità delle proposte, individuare le aziende madri e subfornitori e verificare l’interesse delle imprese.
Potenzialità di mercato, consolidamento della filiera e l’accorpamento tecnico saranno le fasi successive con la stesura anche di un progetto distinto. Simone Zanoni, rappresentante della facoltà di ingegneria di Brescia, ha trattato l’aspetto sulle proposte fattibili e sulle fonti da cui si è preso spunto. Tra queste ci sono le Istituzioni, i settori pubblici e altri Enti come il Motore di Ricerca Italiana, il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca e l’Associazione Italiana Ricerca Industriale. Sono state trovate 28 aree tecnologiche legate a nove settori come l’energia, i casalinghi, la biomeccanica, fino alle costruzioni.
Sono dieci le proposte offerte agli artigiani ed agli imprenditori: tecnopolimeri e ibridi di metallo e plastica, rivestimenti in polimeri, la lavorazione di materiali compositi, i trattamenti superficiali del titanio, per continuare con la biomedicina e tecnologie per la salute, i componenti per impianti solari e termici e i connettori di interfaccia per sistemi di fibre ottiche in plastica. Sono proposte attività legate anche alla distribuzione di energia (idrogeno), i componenti per celle a combustibile ed impianti di distribuzione di acqua potabile. Nel momento in cui le aziende sceglieranno il campo nel quale operare, queste saranno costituite in una filiera per ricevere i fondi di sostegno. Di questo ha parlato il rappresentante di Gruppo Impresa (Istituto di agevolazioni per la ricerca) Marco Bortoli. Bortoli ha parlato di incentivi “a pioggia”, adatte ai progetti singoli e di incentivi specifici, adibiti invece a progetti congiunti (nel caso di imprese accorpate).
Fabio Zizzo |