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Enrico Mattinzoli, Presidente Associazione Artigiani di Brescia |
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Già al tempo della presentazione del progetto di fusione illustrato dall’allora Sindaco Prof. Corsini ai rappresentanti dell’economia presso la Camera di Commercio, l’Associazione Artigiani aveva manifestato alcune perplessità, peraltro ampiamente ribadite sulla stampa, sia sulla modalità della fusione che sulla scelta del partner.
La proposta che avanzammo – ribadisce l’Associazione Artigiani di Brescia in un comunicato stampa - fu quella di ricercare una possibile convergenza verso realtà a noi più vicine non solo territorialmente ma anche come vocazione aziendale quali Cogeme-Linea Group ad Ovest, piuttosto che ad est in territorio veronese (al quale ci lega un rapporto particolare anche se travagliato, con il sistema aeroportuale). Successivamente si sarebbe potuto valutare l’accordo milanese con un peso di forza diverso.
Nell’incontro in Camera di Commercio evidenziammo altresì – continua il comunicato dell’Associazione Artigiani - i rischi circa il futuro dei rapporti con il sistema delle piccole imprese artigiane che ogni giorno garantiscono un efficiente servizio sia a monte del contatore che a valle di questo direttamente a stretto contatto con i cittadini.
Ci preoccupava allora, e ancor di più oggi, che la grande professionalità costruita negli anni dalla sapienza e lungimiranza del Ing. Capra e trasmessa a migliaia di piccole imprese artigiane, si disperdesse nei labirinti di un call-center.
Situazione peraltro già in atto (vedasi l’ordine di servizio Ravelli) nei rapporti di fornitura con i nuovi interlocutori sempre più vocati al “contenimento/razionalizzazione dei costi” piuttosto che alla ricerca della qualità del servizio.
Sicuramente negli ultimi tempi a qualcuno sarà capitato di dover richiedere l’allaccio di una nuova utenza, piuttosto che un intervento per guasto ad una società recentemente trasformata nel campo dell’energia, del gas e della telefonia e certamente avrà potuto sperimentare la crescente spersonalizzazione del rapporto cittadino/azienda.
Il dibattito aperto sull’opportunità del sistema duale, sull’accorpamento e la razionalizzazione dell’azienda, il compromesso tra mission industriale o finanziaria dell’uno e dell’altro socio, piuttosto che il tentativo di scaricare sulla stampa bresciana colpe che non ha; non può trascurare, fra l’altro, la gestione territoriale del rapporto con le 4.500 imprese artigiane del settore che operano da anni sul territorio bresciano preoccupate per le sorti “dell’ex ASM”.
Aziende artigiane che continuano a considerarla la “loro azienda di riferimento” e la “loro scuola di formazione”.
Forse la colpa è di quel Renzo Capra – conclude il comunicato dell’Associazione Artigiani di Brescia - che per anni ci aveva abituato ad un servizio efficiente e a professionalità eccellenti oltre che a profitti e dividendi da investire sul territorio, ma che al tempo stesso al territorio aveva legato la sua azione.
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