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Emanuele Roncalli (da sx), Mons. Libero Andreatta e Giancarlo Bozza |
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Realizzata a mano nella tiratura limitata di 999 copie, numerate e firmate sul retro-etichetta dall’artista Paolo Menon, appassionato scultore del mito dionisiaco, grafico e giornalista, è una rielaborazione in forma classico-ellenistica della tradizionale fiasca dei viandanti del Medioevo, che la indossavano a tracolla o l’appendevano alla cintola o al bastone per raggiungere in pellegrinaggio i luoghi sacri alla Cristianità. Caduta in disuso nel VI secolo dopo Cristo, viene oggi riproposta da Paolo Menon impreziosita con eleganti altorilievi di finissima porcellana lavorata a “colpi di vento”.
La Fiasca del Pellegrino, che la prestigiosa azienda vitivinicola franciacortina propone ai collezionisti, contiene un vino che a lungo ha riposato in piccole botti di rovere prima di svelarsi ai sensi dell’estimatore: il “Vì dèl Prét”, un vino da meditazione ottenuto da uve vendemmiate tardivamente. Particolarmente resistente, è invetriata all’interno per garantire la tenuta e l’igiene. Sul lato esterno della Fiasca del Pellegrino, Menon ha abbozzato la popolare simbologia del pellegrinaggio tipica dell’arte medievale: il viandante che sosta con bordone e mantello, il portatore d’acqua che lo ristora, il suonatore di cetra che rallegra il cammino e, infine, la conchiglia di San Giacomo, simbolo per antonomasia del pellegrinaggio, attualizzato da Papa Benedetto XVI nel fregio centrale del proprio stemma pontificio.
La presentazione in anteprima - condotta dal giornalista bergamasco Emanuele Roncalli - è avvenuta in periodo di vendemmia nelle antiche sale de La Montina.
Ospite d’onore, Mons. Liberio Andreatta, Vice Presidente dell’O.R.P., Opera Romana Pellegrinaggi, che ha ricevuto in omaggio uno dei primi prototipi della Fiasca, in segno di riconoscimento, e ringraziamento, per il suo prezioso, instancabile lavoro di Pellegrino tra i pellegrini nella “Vigna del Signore”. Mons. Andreatta, infatti, è l’artefice del rinnovato vigore dei pellegrinaggi dell’era contemporanea. A lui si deve il grande impulso che questa antica esperienza del cammino ha avuto negli anni recenti, diventando un’entità moderna, con una rafforzata dignità. Quello che un tempo era un percorso denso di incognite, pericoli, fatica, sacrificio oggi viene vissuto utilizzando modalità al passo con i tempi. Medesima – e se possibile ancora più profonda - l’intensità spirituale, ma vissuta con mezzi del vivere contemporaneo: il tutto con una grande attenzione alle persone e ai bisogni dei singoli, per esaltare al massimo la valenza religiosa di questo incontro motivato dalla fede, di cui sono parte integrante storia, arte, cultura in cui si imbattono nel loro cammino i moderni pellegrini.
A Mons.Andreatta l’artista Paolo Menon ha consegnato, quale suo dono personale, il prezioso calice da messa “Getsemani”, in finissimo bisquit di porcellana lavorata a "soffio di vento". Il calice liturgico è invetriato all'interno della coppa che, a sua volta, è ricoperta d'oro e rappresenta i tre momenti più toccanti della vita di Cristo: Passione, Crocifissione e Resurrezione.
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