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Il capoluogo, Polaveno, occupa la parte più eminente dell’altopiano e comprende le frazioni di Gombio e S. Giovanni. I nomi “Polaen”, “Zoadel” e “Poloander” ricordano le radici greche e fanno pensare che nella zona si fosse stabilita qualche famiglia orientale. Polaveno fu in passato una giurisdizione autonoma come feudo dei conti Avogadro di Zanano che lo ricevettero in regalo nel 1409 da Pandolfo Malatesta. Succeduto il governo della repubblica Veneta a quello del Malatesta, gli Avogadro ottennero di cambiare questo feudo con quello più ricco di Lumezzane. Polaveno riacquistò la sua autonomia ed indipendenza entrando a far parte della quadra di Gussago.
La Chiesa parrocchiale, ad una navata unica, risale al XV secolo e, sebbene le eleganze dell’architettura lombarda quattrocentesca siano state deturpate da altari barocchi e da restauri compiuti nel 1639, tuttavia esse si scorgono ancora chiaramente nella cordonatura della volta. Sulla parete destra sono stati scoperti vari affreschi votivi del '400 e del 500 raffiguranti la Madonna, S. Pancrazio e S. Biagio V. Nel perimetro della chiesa si trovano varie epigrafi del secolo XVIII, commemorative dei parroci, qui sepolti. Nell’antica chiesa di S. Martino sul monte, ora assai decadente, nel secolo XVI si venerava S. Carpoforo come santo taumaturgo contro il mal di testa, la cui devozione venne vietata al tempo di S. Carlo Borromeo perché degenerava in superstizione. Di notevole importanza è il santuario di Santa Maria del Giogo, ospizio e convento dei monaci Benedettini dell’abbazia di Rodengo. Essendo questo giogo uno dei passi più frequentati, tra la Valle Camonica e Brescia i monaci avevano eretto un ospizio per soccorrere e ristorare i viandanti. Ora il monastero è occupato da una trattoria.
Per quanto concerne l’economia di Polaveno, nell’ultimo decennio si è assistito ad un processo incrementativo d’attività artigianali ed industriali; tale fenomeno si è rivelato positivo soprattutto ai fini occupazionali determinando una notevole richiesta di manodopera locale, limitando di conseguenza la dipendenza dai centri vicini. Ciò peraltro ha permesso l’immigrazione di alcuni cittadini costretti in precedenza, per motivi di lavoro a risiedere nei centri limitrofi. Di poca importanza l’attività agricola, con boschi. pascoli e l’allevamento, che fornisce redditi assai scarsi.
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