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 Nr.5 del 05/03/2007
 
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BUSHISMI & BUSHISMI



  



  



  



  


”Mi piacciono i miei amici texani dell’ovest. Mi piacevano quando ero giovane, mi piacevano quando ero di mezza età, mi piacevano prima d’essere presidente, mi piacciono durante la mia presidenza e mi piaceranno dopo la mia presidenza”.

George W. Bush , Nashville, Tennessee. 1 febbraio 2006: “Era uno stato sostenitore del terrorismo: In altre parole, il nostro governo aveva dichiarato: tu sei uno stato sostenitore del terrorismo”.

George W. Bush a proposito di Saddam Hussein, Manhattan, Kansas. 23 gennaio 2006: “Se gli iraniani dovessero avere un’arma nucleare potrebbero proliferare”.

George W.Bush Washington, Dc, 21 marzo 2006: “Dopo il bombardamento, gran parte degli iracheni hanno capito le intenzioni dei perpetuatori dell’attacco”.

George W. Bush a proposito dei bombardamenti della moschea di Samara. Washington, Dc. 13 marzo 2006: “Credo fermamente che quel che stiamo facendo sia la cosa giusta. Se non lo credessi – ripeto quel che ho già detto altre volte – ritirerei le truppe, né se credessi che potremmo vincere, ritirerei le truppe”.

George W. Bush Charlotte, North Carolina, 6 aprile 2006: “Io punto ad essere una nazione competitiva”.

George W. Bush San Jose, California. 21 aprile 2006: “Posso guardarvi dritto negli occhi e dirvi che sento di aver provato a risolvere il problema diplomaticamente in tutti i modi, e avrei mandato truppe in Afghanistan e in Iraq se avessi saputo quello che so oggi”.

George W. Bush Irvine, California, 24 aprile 2006: “Cercare di fermare i suicidi – che è qualcosa che stiamo facendo decisamente bene, ogni tanto – è un lavoro difficile. E quello che gli iracheni dovranno fare, alla fine, è convincere quelli che guidano i suicidi che non sono ispirati da al Qaeda, per esempio, a rendersi conto che c’è un domani pacifico”.

George W. Bush Washington, Dc. 24 maggio 2006: “Ora il punto è come lavorare insieme per raggiungere degli obiettivi importanti. Uno di questi obiettivi è una democrazia in Germania”.

George W. Bush Washington, Dc. 5 maggio 2006: “Se la gente vuole conoscermi meglio deve conoscere i miei genitori, i valori che mi hanno instillato, e il fatto che sono cresciuto nel Texas occidentale, in mezzo al deserto, lontanissimo da praticamente tutto. Con esperienze del genere s’impara un certo tipo di valori”.

George W. Bush Washington, Dc. 5 maggio 2006: “Non mi ha fatto piacere che Hamas abbia rifiutato di annunciare il suo desiderio di distruggere Israele”.

George W. Bush Washington, Dc. 4 maggio 2006: “Non sappiamo mai come sarà la nostra storia fino a molto dopo che siamo morti”.

George W. Bush Washington, Dc. 5 maggio 2006: “Gli Stati Uniti d’America è impegnato in una guerra contro un gruppo estremista di gente”.

George W. Bush McLean, Virginia. 15 agosto 2006: “Tenderei a supporre, tenderei a presumere che alcuni degli attentati più spettacolari siano opera di seguaci di al Qaeda suicidi”.

George W. Bush Washington, Dc. 21 agosto 2006: “Ho detto che stavo cercando un libro da leggere, e Laura mi ha consigliato di provare Camus. Ho letto anche tre Shakespeare… Una lista di libri piuttosto ecchelettica”.

George W. Bush durante un'intervista con Brian Williams della Nbc. 29 agosto 2006: “Il Patriot act ha aumentato il flusso di informazione nel nostro governo e ha aiutato la distruzione di cellule terroristiche negli Stati Uniti. E il Congresso ha fatto bene a rinnovare il Terrorist act – il Patriot act”.

George W. Bush Washington, Dc. 7 settembre 2006: “Sa, una delle parti più difficili del mio lavoro è collegare l’Iraq alla guerra al terrore”.

George W. Bush durante un’intervista con Cbs News. 6 settembre 2006: “Voglio dire alla gente che quando qualcuno scriverà la storia finale dell’Iraq, sembrerà una virgola perché c’è – quel che voglio dire è che c’è molta voglia di democrazia”.

George W. Bush durante un’intervista con Wolf Blitzer della Cnn. 24 settembre 2006: “Uno ha una mano più forte se ci sono altri che giocano le tue stesse carte”.

George W. Bush sull’idea di trattative a sei con la Corea del Nord. Frase pronunciata a Washington, Dc. 11 ottobre 2006: “Stamattina la mia amministrazione ha reso note le cifre del budget per l’anno fiscale 2006. Queste cifre non sono solo stime, sono i risultati veri per l’anno fiscale che si è concluso il 30 febbraio”.

George W. Bush sull’anno fiscale che si è concluso il 30 settembre, frase pronunciata a Washington, Dc. 11 ottobre 2006: “Una delle cose che uso sul Google è per tirar fuori le mappe. È molto interessante vedere – non mi ricordo come si chiama il programma – ma vai sul satellite e puoi – tipo, a me piace guardare il mio ranch”.

George W. Bush in un’intervista con Maria Bartiromo della Cnbc. 24 ottobre 2006: “L’unico modo che abbiamo per vincere è ritirarci prima di aver finito il lavoro”.

George W. Bush Greeley, Colorado. 4 novembre 2006: “Quando ho fatto campagna elettorale qui nel 2000 ho detto: voglio essere un presidente di guerra. Nessun presidente vuole essere un presidente di guerra, ma io sì”.

George W. Bush Des Moines, Iowa. 26 ottobre 2006: “Lei è uno dei più importanti leader di una parte molto importante del mondo. Voglio ringraziarla per aver strategizzato i nostri incontri”.

George W. Bush frase pronunciata durante un incontro con Abdullah Ahmad Badawi, primo ministro della Malesia, New York 18 settembre 2006: “La verità è che qui a Washington ci sono un sacco di rapporti che nessuno legge mai. Per dimostrarvi quanto è importante questo qua, io l’ho letto, e anche il nostro ospite l’ha letto”.

George W. Bush a proposito del rapporto Baker – Hamilton, durante un incontro con il primo ministro britannico, Tonj Blair. Washington, 7 dicembre 2006: “Le cose vanno male in Iraq. Va bene così?”

George W. Bush in risposta a un giornalista che gli chiedeva se stesse negando l’evidenza sulla situazione in Iraq. Washington 7 dicembre 2006: “Il modo migliore per sconfiggere il totalitario dell’odio è con un’ideologia della speranza – un’ideologia dell’odio – scusate – con un’ideologia della speranza”.

George W. Bush frase pronunciata a Fort Benning, in Georgia. 11 febbraio 2006: “E a Washington c’è sfiducia. Francamente sono sorpreso dalla quantità di sfiducia che c’è in questa città. E mi dispiace che sia così, e c’è la metterò tutta per elevarla”.

George W. Bush in un’intervista alla National Public Radio, il 27 gennaio 2007: “Ora io mi chiedo, c’è davvero qualcuno tra voi, cari, rari lettori, che dopo aver letto attentamente quanto sopra, è ancora convinto che George W. Bush sia il vero presidente degli Stati Uniti? Non è forse logico cominciare a nutrire dei seri dubbi? Ricordo di aver scritto circa due anni fa che W. Bush era solo una pedina di un gioco molto più grande di lui. La conferma della veridicità della mia intuizione, mi viene dalle parole di un senatore americano, Daniel K. Inouye, il quale scrive: “ Esiste un governo ombra, dotato della sua propria aviazione, della sua propria marina, dotato di un meccanismo suo proprio per raccogliere fondi, e della capacità di perseguire le proprie idee circa l’interesse nazionale, libero da ogni tipo di controlli e verifiche incrociati tipici dello stato di diritto, e libero da ogni costrizione di leggi”. Viviamo in tempi bui, e non s’intravedono squarci di sereno all’orizzonte. Risulta sempre più difficile pensare agli Stati Uniti come nazione esportatrice di democrazia soprattutto dopo quanto ha dichiarato il maggiore Ralph Peters, membro dell’Intelligence, come responsabile delle guerre del futuro: “Non vi sarà pace. Il ruolo sostanziale delle forze armate statunitensi sarà di mantenere il mondo libero per la nostra economia, e di aprirlo al nostro assalto culturale. Per questi scopi noi dovremo uccidere una discreta quantità di persone”.
Democrazia, o Demonicrazia? Alle future colonie la prevedibile risposta.


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