Alessandro Sala

Caro Direttore

devo una breve replica alle considerazioni che il Coordinatore regionale Acl/Ucl (Associazione e Unione cacciatori lombardi) ha voluto esprimere nella lettera pubblicata su un quotidianoprovinciale il 26 ottobre in merito al contenuto della mia precedente del 16, con la quale avevo risposto (in maniera certamente decisa) alle dichiarazioni di due suoi iscritti valtrumplini, rudemente critici sull’operato dell’assessorato provinciale alla caccia in merito alla chiusura di una parte del Colle di San Zeno.
La mia replica è stata inviata anche a “Valtrompiaset”, che l’ha pubblicata il 20 ottobre scorso.
Che la mia risposta non sia piaciuta al dr. Busana è comprensibile: difendere i propri figli, anche quando sono un po’ discoli, fa parte del ruolo del buon padre di famiglia.
Mi stupisce tuttavia che le sue difese siano state prese a prescindere, dando cioè l’impressione di non conoscere le parole usate dai suoi due associati per esprimere la loro contrarietà al provvedimento. Chiarisco allora meglio il mio pensiero.
In discussione non era (e non è) la legittima manifestazione di un soggettivo motivato dissenso, quanto piuttosto il modo volgare e ingiurioso di esprimerlo.
Credo che su questo possa concordare anche il dr. Busana, che non per caso rivolge la propria critica nei miei confronti in termini di civiltà, come dovrebbe essere sempre buona regola.
Il fatto è che, purtroppo, alzare il tono della voce è quasi sempre il metodo più semplice ritenuto utile da chi, non avendo plausibili argomenti per sostenere il proprio punto di vista, trova la facile scorciatoia del gratuito insulto nei confronti dell’interlocutore.
Aggiungo che, nel caso specifico, avendo soltanto sommarie notizie sul problema affrontato, Cesare Bresciani e Giuseppe Bregoli, o direttamente o attraverso le proprie strutture associative, avrebbero ben potuto attingere alla fonte i dati necessari per affrontare, con cognizione di causa, un argomento un po’ più complicato di quanto essi abbiano voluto far credere.
È certamente lecito che l’Acl voglia fare ulteriori proseliti, ma la pubblicità ingannevole non va bene, neppure in materia venatoria.
Osservo infine che della mancata pre-apertura della caccia, così come della vicenda che ha riguardato la gestione dell’Ambito territoriale Unico, si è già discusso in varie riunioni, sia informali che istituzionali, delle quali la stampa locale ha dato puntualmente conto ogni volta.

A chi fosse eventualmente interessato ad approfondire questi ed altri analoghi problemi, assicuro la mia disponibilità a discuterne nell’assessorato di Via Milano, dove la mia presenza è notoriamente costante.

Alessandro Sala
Assessore Provinciale alla Caccia