Era passato poco più di un anno dalla cosiddetta “disfatta di Caporetto”, per la quale gli italiani furono costretti a retrocedere e a subire una sonora sconfitta da parte dell’Austria. L’orgoglio, però, entrò in campo e spinse i soldati nel difendere la propria patria e alla vittoria finale. L’evento storico, che quest’anno coincide con l’Unità nazionale e delle Forze Armate, è stato ricordato in un incontro pubblico svolto sabato 8 novembre nel teatro Odeon di Lumezzane. La conferenza ha visto partecipi l’Amministrazione comunale valgobbina, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Alpini e i soci del gruppo Lions Club International. Ospite d’onore del mattino è stato Walter Belotti, fondatore del “Museo della Guerra Bianca” e autore di numerose pubblicazioni. Durante l’evento, che ha visto anche la partecipazione di alcune classi delle scuole medie inferiori di Lumezzane, è stato preso in esame il 90esimo anniversario della Grande Guerra. Aver invitato i giovani è stato un segnale forte per mostrare a chi non conosce bene l’argomento, cosa sia stata la Prima Guerra Mondiale, cosa abbia comportato per l’Italia e perché (molti non lo sanno) si festeggia la giornata del 4 novembre, da anni non più considerata festa nazionale a tutti gli effetti. Durante lo svolgersi dell’incontro, cominciato con la proiezione di un video dedicato ai “sentieri della Grande Guerra”, Walter Belotti ha parlato del modo in cui la Valle Camonica, sua terra natia, sia stata oggetto di questo evento bellico e abbia portato numerosi soldati a combattere attraverso le montagne dal Passo dello Stelvio, fino al Garda.
Chi è Walter Belotti? Il relatore all’Odeon è nato nel 1954 a Temù, un paese in provincia di Brescia, dove attualmente lavora e svolge funzioni comunali. Belotti è appassionato di natura e di tradizioni locali e ha frequentato per lungo tempo le montagne dell’Alta Valcamonica. Ha pubblicato numerosi libri dedicati ai percorsi montani della Valle e ai rapporti con il primo conflitto mondiale. Da ricordare c’è il volume “La Grande Guerra sulle montagne lombarde della Valle Camonica – escursioni storiche”, pubblicato nel 2000 da Alpinia editrice e “Le testimonianze della Grande Guerra nel settore bresciano del Parco Nazionale dello Stelvio”, realizzato nel 2002 dalla Bonazzi Grafica.
Walter Belotti ha fondato il “Museo della Guerra Bianca” in Adamello e attualmente riveste anche le cariche di direttore amministrativo, segretario generale e membro della relativa Commissione tecnico-scientifica. Nel 2000 è stato insignito del premio “Federbim Valsecchi” per l’impegno svolto nel campo montano, oltre ad essere riconosciuto come uno dei più esperti sui territori della Prima Guerra mondiale a Brescia.
La serata è proseguita con l’intervento di monsignor Angelo Bazzari. Il sacerdote di Piacenza ha raccontato la storia di un personaggio fondamentale per la carità religiosa: Don Carlo Gnocchi. Il prete ha trattato le gesta e la vita dell’educatore nato in un paese in provincia di Lodi e fondamentale figura di riferimento per numerosi giovani, ma anche anziani e malati che hanno ricevuto le sue cure. Angelo Bazzari ha parlato dell’infanzia di Don Carlo Gnocchi; un’infanzia povera e ricca di sofferenza con la scomparsa del padre quando lui aveva solo cinque anni e la morte di tubercolosi dei due fratelli, Mario e Andrea. Poi l’attenzione è passata al lato educativo del prete, mostrando il personaggio che ha combattuto durante la seconda guerra mondiale lungo il fronte greco-albanese e russo. Il secondo conflitto globale lo ha fatto maturare e gli ha permesso di dedicare tutta la propria vita al sostegno dei malati e dei bambini fino ad assumere il soprannome di “padre dei mutilatini”.
Dopo l’evento di sabato al teatro Odeon, domenica mattina 9 novembre, il 4 novembre di 90 anni fa è stato ricordato in varie frazioni di Lumezzane. A Sant’Apollonio, le autorità e i cittadini si sono incontrati presso il Monumento dedicato ai “Ragazzi del ‘99”. È stato un momento importante e di forte emozione davanti ad un emblema in onore dei nati nel 1899 che, a soli 18 anni, si sono uniti agli altri militari già in opera per respingere l’offensiva austriaca. Dal monumento è partito un corteo che si è diretto verso la Chiesa parrocchiale di Sant’Apollonio. Qui è stata officiata una messa in ricordo dei Caduti di tutte le guerre e, successivamente, il fiume di persone si è riunito davanti al monumento in ricordo di tutti i Caduti, vicino alla Chiesa, alla presenza del vice sindaco, nonché assessore alla Cultura di Lumezzane, Giorgio Zani. Nella zona di Pieve, invece, il corteo è giunto alla Chiesa parrocchiale “S. Giovanni Battista” della frazione, dove si è tenuta una messa a suffragio dei Caduti. Subito dopo il rito religioso, il corteo si è diretto verso il Monumento dei Caduti, dove le autorità presenti hanno esposto una corona d’alloro e hanno espresso il proprio pensiero in merito ai cruenti fatti del 1915-18.
A Lumezzane San Sebastiano, i combattenti e i reduci dalle guerre si sono riuniti nella piazza del Municipio, sede del Comune, da dove è partito il corteo diretto verso la Chiesa parrocchiale della frazione valgobbina. Anche qui è stata officiata una funzione religiosa in onore di tutti i Caduti nei conflitti bellici e, successivamente, la fila di persone si è spostata verso piazza Roma, nella centralissima zona di San Sebastiano, dove è stata deposta una corona d’alloro al Monumento dei caduti in ricordo di tutte le guerre.
All’evento hanno partecipato, oltre all’Amministrazione comunale e ai rappresentanti dei gruppi militari e della Croce Rossa, tra cui gli Alpini e i Bersaglieri.
Fabio Zizzo |