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 Nr.23 del 17/11/2008
 
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L’archivio storico della caccia
L’idea di creare a Gardone Val Trompia un archivio storico che raccogliesse materiale inerente la pratica venatoria, connessa con la fabbricazione delle armi per cui la cittadina vanta una tradizione che affonda le radici nel XVI secolo, intensamente praticata da molte generazioni di triumplini, emerse per la prima volta nella programmazione triennale della Provincia di Brescia nel 2001


   Villa Mutti Bernardelli



  


In sinergia con il Comune di Gardone fu individuata quale sede della nuova struttura la villa Mutti-Bernardelli, acquisita dall’ente locale e destinata ad accogliere pure la biblioteca civica e il museo delle armi e della tradizione armiera.
In seguito ad un accordo di programma, stipulato nel 2005 tra la Regione, la Provincia, il Comune e la Comunità Montana di Valle Trompia, vennero avviati i lavori di risanamento, restauro e adattamento della villa ai nuovi scopi.
L’edificio, risalente al Rinascimento, è ampio e di pregio, si estende su un’area di mq 1.200 con un parco di mq 2.000; è luogo anche idealmente idoneo ad ospitare un museo delle armi e un archivio dedicato all’arte di Diana, essendo appartenuto in passato a quella famiglia Mutti che fu tra le prime a costruire a Gardone armi da fuoco, e in seguito alla dinastia dei Bernardelli, anch’essa nota per il confezionamento di armi da sparo.
L’inaugurazione dell’Archivio Storico della Caccia e del Museo delle Armi e della Tradizione Armiera è avvenuta il 29 settembre 2007

L’Archivio Storico della Caccia di Gardone V.T., nella Villa Mutti-Bernardelli, occupa uno spazio al piano primo composto da un corridoio che immette in tre sale rivolte a oriente e dotate di postazioni terminali informatiche; la prima sala è destinata al personale, le altre due sono invece a disposizione del pubblico e possiedono tre postazioni collegabili alla rete per tramite dell’accoglienza della biblioteca al pianterreno. In fondo al corridoio, rivolto a sud, è uno stanzone archivistico ove opera il personale della cooperativa incaricata del lavoro d’archivio sui documenti.
Attualmente è in corso di allestimento una sezione specifica di tipo librario e periodico-documentale che compendia testi, pubblicazioni, riviste, bollettini e giornali sui temi della caccia e delle armi.


La gestione dell’Archivio Storico della Caccia è stata affidata dal Comune di Gardone alla Comunità Montana di Valle Trompia attraverso una convenzione approvata con la deliberazione del Consiglio Comunale n. 18 dell’8 aprile 2008.
AD oggi sono stati approntati due censimenti descrittivi, riguardanti la Valle Trompia e la Valle Sabbia, con la previsione, tra il 2008 e il 2009, di procedere alla rilevazione delle fonti documentali insistenti nel territorio della Comunità del Sebino Bresciano.
Oltre alla redazione dei censimenti è stato inoltre possibili acquisire i seguenti fondi documentali:
a) fondo del Comitato Provinciale della Caccia, proveniente dagli archivi della Provincia. Il riassetto fisico del fondo sarà seguìto, entro la metà del 2009, da un lavoro volto a predisporre idonei strumenti di corredo per la gestione (inventario). Quest’ultimo consiste essenzialmente nella descrizione analitica delle unità di cui il fondo è costituito (fascicoli, registri ecc.). Mediante l’operazione testè descritta si mira a rendere fruibili agli interessati i contenuti del fondo.
b) Fondo del pittore e illustratore Gian Battista Bertelli (1922 – 2001), donato dal figlio Aldo all’Assessorato alla Caccia della Provincia, è formato da circa 5.000 fotografie, diapositive, disegni, bozzetti, illustrazioni inerenti sia la caccia che gli aspetti territoriali, culturali e tradizionali legati a tale tematica. Il lavoro che viene svolto, che si prevede di condurre nel corso del 2009, è quello di selezionare, dopo attenta valutazione in ordine alla consistenza e alla tipologia, i documenti meritevoli di conservazione e valorizzazione nell’ambito di questo vasto patrimonio acquisito.
c) Documentazione proveniente dall’archivio privato della famiglia Vezzoli di Palazzolo Sull’Oglio.


Claudio Cazzago



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