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 Nr.26 del 15/12/2008
 
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''Le pianure europee come fattore di integrazione: cultura, paesaggio e architettura rurale''
Questo il tema del convegno, tenutosi al “Centro R. Tedeschi” a Leno, patrocinato e sostenuto dalla Provincia di Brescia e dall’Assessorato al Territorio per valorizzare ulteriormente una cultura rurale le cui radici comuni sono affondate in tutte le “pianure” italiane e d’Europa


   Francesco Mazzoli



   Immagini dalla brochure del convegno


La valorizzazione di un territorio passa attraverso la conoscenza che si ha del territorio stesso e dalla capacità di comunicarne la cultura, le bellezze e le tipicità che lo caratterizzano - ha dichiarato fra l’altro l’Assessore al Territorio della Provincia di Brescia Francesco Mazzoli nel suo intervento -. A questo aggiungiamo un moderno concetto di governo dell’ambiente e del territorio, la consapevolezza che lo spazio non è illimitato ed arriviamo a comprendere come diventi fondamentale una pianificazione e una regolamentazione degli interventi con un’ottica non più settoriale ma globale.
Oggi sappiamo bene che il territorio non va consumato ma tutelato e valorizzato e siamo fortemente convinti che ogni crescita economica non è realmente progresso se non va a beneficio della vita di tutti.
Questa è la strada che l’Assessorato al Territorio e la Provincia di Brescia hanno scelto per promuovere la terra bresciana.
Ma qui, oggi, abbiamo voluto fare un passo ulteriore – ha continuato l’Assessore Mazzoli -. In questo viaggio, infatti, abbiamo conosciuto tanti amici, qualcuno è oggi a questo tavolo, e abbiamo chiesto loro di arricchire le nostre conoscenze presentandoci le loro esperienze, la loro storia, le loro culture.
Ad unirci è la consapevolezza di appartenere tutti alle “terre di pianura” e pur nella diversità e nella singolarità delle pianure europee e nell’unicità degli uomini che le vivono, le radici sono comuni.
Diverse possono essere le coltivazioni agricole, l’architettura rurale, le tradizioni; comune è l’amore per la terra e per i frutti che sa dare, comune è il rispetto che i contadini hanno della natura e delle sue regole. Condiviso è il rispetto del territorio di appartenenza.
Mettersi attorno ad un tavolo, come abbiamo voluto fare oggi, e confrontare la propria storia, la propria cultura con quella di altri Paesi europei è anche il primo passo per giungere ad una reale integrazione tra i popoli.
Un’integrazione che è molto più facile in un rapporto diretto. L’Europa dei popoli, della gente comune che lavora, non è poi così lontana dal nostro quotidiano e dalla nostra storia ed oggi ne avremo la prova.
Il nostro ruolo, come Provincia di Brescia e come Assessorato al Territorio, è quello di utilizzare tutti gli strumenti e tutte le nostre competenze e professionalità, affinché il territorio continui ad essere un patrimonio di tutti.
Dietro a questa dichiarazione, che mi rendo conto possa sembrare semplicemente “politica”, c’è invece un lavoro quotidiano, di ricerca di regole che siano in grado di mediare le diverse esigenze, gli interessi più o meno localistici, lo sviluppo tecnologico e il rispetto delle tradizioni, la crescita economica e sociale con la tutela dell’ambiente. Oggi tutto questo è sintetizzato con il termine: sviluppo sostenibile.
Da quando ho ricevuto l’incarico di gestire questo assessorato, uno dei compiti più ardui è stato quello di conoscere l’esistente.
Mi spiego meglio con un esempio.
L’incontro odierno è inserito in un progetto più ampio che prevede la mappatura e la schedatura delle cascine della pianura bresciana e vede coinvolte direttamente anche la Fondazione Civiltà Bresciana, la Fondazione Pianura Bresciana e l’Associazione Comuni Terre Basse.
Acquisire e rendere utilizzabili dati e immagini della pianura bresciana, ed in particolare dell’architettura rurale, è stato il primo passo non solo per riscoprire l’identità delle nostre genti e mantenere vitale una tradizione contadina, ma per avere uno strumento utile a capire cosa è oggi la campagna e soprattutto a progettare il domani.
È questo quello che siamo chiamati a fare.

Il compito dell’Assessorato è infatti quello di armonizzare i territori con quello che li circonda.
Ragionando in questo modo si passa da una semplice visione di tutela, che resta comunque fondamentale, ad immaginare i territori nel loro insieme. Da anni sentiamo i rappresentanti degli agricoltori ricordarci la funzione paesaggistica, di identità territoriale e della funzione di presidio e di riequilibrio ambientale dell’agricoltura, oggi, per quanto ci compete, vogliamo trasformare le parole in atti concreti.
Un approccio multidisciplinare ed integrato vuol dire ragionare insieme sull’equilibrio tra sviluppo e tutela del territorio; sul significato dei “confini” urbani come elementi del paesaggio; sul rapporto tra città e campagna; sulla necessità di mantenere i caratteri e l’identità dei singoli abitati, per evitare, in concreto, che il nostro territorio si trasformi in una indistinta urbanizzazione.
Devo ricordare che le scelte sull’equilibrio tra sviluppo e tutela di un bene non riproducibile come il suolo, spettano ai Comuni, all’assessorato al Territorio il compito di valutare se tali scelte siano coerenti con i limiti di sostenibilità di area vasta, sui temi che sono di interesse del complesso della comunità provinciale.
Nel rispetto quindi delle competenze specifiche, l’obiettivo comune è quello di consegnare alle generazioni che verranno, un territorio che sia espressione dei valori e delle tradizioni della gente che lo abita.
Ed ecco che, ancora una volta, l’incontro di oggi fa emergere tutta la sua importanza.
Conoscere vuol dire capire e capire aiuta ad agire meglio. Le esperienze che qui oggi conosceremo ci potranno aiutare a capire come in altre realtà si è sviluppato il rapporto uomo – natura, cosa ha prodotto e come oggi viene “gestito” il territorio.
Un bagaglio di conoscenze che, ne sono certo, saranno fonte di ulteriori stimoli.

Voglio solo ribadire un concetto che ho già espresso ma che ritengo fondamentale – ha così concluso il suo intervento al convegno l’Assessore provinciale al Territorio Francesco Mazzoli -. Oggi siamo ben consapevoli che il territorio non va consumato ma tutelato e valorizzato e siamo altrettanto convinti che ogni crescita economica non è realmente progresso se non va a beneficio della vita di tutti.




Convegno Pianure europee, Leno 30 novembre

Intervento Ass. Ing. Francesco Mazzoli



La valorizzazione di un territorio passa attraverso la conoscenza che si ha del territorio stesso e dalla capacità di comunicarne la cultura, le bellezze e le tipicità che lo caratterizzano.
A questo aggiungiamo un moderno concetto di governo dell’ambiente e del territorio, la consapevolezza che lo spazio non è illimitato ed arriviamo a comprendere come diventi fondamentale una pianificazione e una regolamentazione degli interventi con un’ottica non più settoriale ma globale.
Oggi sappiamo bene che il territorio non va consumato ma tutelato e valorizzato e siamo fortemente convinti che ogni crescita economica non è realmente progresso se non va a beneficio della vita di tutti.

Questa è la strada che l’Assessorato al Territorio e la Provincia di Brescia hanno scelto per promuovere la terra bresciana.

Ma qui, oggi, abbiamo voluto fare un passo ulteriore.

In questo viaggio, infatti, abbiamo conosciuto tanti amici, qualcuno è oggi a questo tavolo, e abbiamo chiesto loro di arricchire le nostre conoscenze presentandoci le loro esperienze, la loro storia, le loro culture.

Ad unirci è la consapevolezza di appartenere tutti alle “terre di pianura” e pur nella diversità e nella singolarità delle pianure europee e nell’unicità degli uomini che le vivono, le radici sono comuni.

Diverse possono essere le coltivazioni agricole, l’architettura rurale, le tradizioni; comune è l’amore per la terra e per i frutti che sa dare, comune è il rispetto che i contadini hanno della natura e delle sue regole. Condiviso è il rispetto del territorio di appartenenza.

Mettersi attorno ad un tavolo, come abbiamo voluto fare oggi, e confrontare la propria storia, la propria cultura con quella di altri Paesi europei è anche il primo passo per giungere ad una reale integrazione tra i popoli.

Un’integrazione che è molto più facile in un rapporto diretto. L’Europa dei popoli, della gente comune che lavora, non è poi così lontana dal nostro quotidiano e dalla nostra storia ed oggi ne avremo la prova.

Il nostro ruolo, come Provincia di Brescia e come Assessorato al Territorio, è quello di utilizzare tutti gli strumenti e tutte le nostre competenze e professionalità, affinché il territorio continui ad essere un patrimonio di tutti.
Dietro a questa dichiarazione, che mi rendo conto possa sembrare semplicemente “politica”, c’è invece un lavoro quotidiano, di ricerca di regole che siano in grado di mediare le diverse esigenze, gli interessi più o meno localistici, lo sviluppo tecnologico e il rispetto delle tradizioni, la crescita economica e sociale con la tutela dell’ambiente. Oggi tutto questo è sintetizzato con il termine: sviluppo sostenibile.

Da quando ho ricevuto l’incarico di gestire questo assessorato, uno dei compiti più ardui è stato quello di conoscere l’esistente.
Mi spiego meglio con un esempio.

L’incontro odierno è inserito in un progetto più ampio che prevede la mappatura e la schedatura delle cascine della pianura bresciana e vede coinvolte direttamente anche la Fondazione Civiltà Bresciana, la Fondazione Pianura Bresciana e l’Associazione Comuni Terre Basse.

Acquisire e rendere utilizzabili dati e immagini della pianura bresciana, ed in particolare dell’architettura rurale, è stato il primo passo non solo per riscoprire l’identità delle nostre genti e mantenere vitale una tradizione contadina, ma per avere uno strumento utile a capire cosa è oggi la campagna e soprattutto a progettare il domani.

E’ questo quello che siamo chiamati a fare.

Il compito dell’Assessorato è infatti quello di armonizzare i territori con quello che li circonda.

Ragionando in questo modo si passa da una semplice visione di tutela, che resta comunque fondamentale, ad immaginare i territori nel loro insieme. Da anni sentiamo i rappresentanti degli agricoltori ricordarci la funzione paesaggistica, di identità territoriale e della funzione di presidio e di riequilibrio ambientale dell’agricoltura, oggi, per quanto ci compete, vogliamo trasformare le parole in atti concreti.
Un approccio multidisciplinare ed integrato vuol dire ragionare insieme sull’equilibrio tra sviluppo e tutela del territorio; sul significato dei “confini” urbani come elementi del paesaggio; sul rapporto tra città e campagna; sulla necessità di mantenere i caratteri e l’identità dei singoli abitati, per evitare, in concreto, che il nostro territorio si trasformi in una indistinta urbanizzazione.

Devo ricordare che le scelte sull’equilibrio tra sviluppo e tutela di un bene non riproducibile come il suolo, spettano ai Comuni, all’assessorato al Territorio il compito di valutare se tali scelte siano coerenti con i limiti di sostenibilità di area vasta, sui temi che sono di interesse del complesso della comunità provinciale.

Nel rispetto quindi delle competenze specifiche, l’obiettivo comune è quello di consegnare alle generazioni che verranno, un territorio che sia espressione dei valori e delle tradizioni della gente che lo abita.

Ed ecco che, ancora una volta, l’incontro di oggi fa emergere tutta la sua importanza.
Conoscere vuol dire capire e capire aiuta ad agire meglio. Le esperienze che qui oggi conosceremo ci potranno aiutare a capire come in altre realtà si è sviluppato il rapporto uomo – natura, cosa ha prodotto e come oggi viene “gestito” il territorio.
Un bagaglio di conoscenze che, ne sono certo, saranno fonte di ulteriori stimoli.

In conclusione voglio solo ribadire un concetto che ho già espresso ma che ritengo fondamentale: oggi siamo ben consapevoli che il territorio non va consumato ma tutelato e valorizzato e siamo altrettanto convinti che ogni crescita economica non è realmente progresso se non va a beneficio della vita di tutti.
Grazie e buon lavoro.


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