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Dopo dieci lunghi anni (si cominciò a parlare nell’ormai lontano 1996), finalmente sono state superati i molti ostacoli posti al progetto da varie parti con ricorsi e controricorsi di ambientalisti, verdi e qualche ente locale. Saranno 62 chilometri di percorso . E se i tempi saranno rispettati - Franco Bettoni, presidente della Camera di Commercio di Brescia non ha dubbi – l’opera sarà conclusa nei 36 mesi programmati, in tempo per l’Expo milanese del 2015. Nel 2012 apriranno due barriere e sei caselli e gli automobilisti bresciani avranno un’alternativa più breve ma leggermente più costosa, all’attuale intasata A4.
La spesa è prevista in sei euro contro i poco più di cinque richiesti per il transito ora sulla Milano-Venezia: è stato stimato che se ne trascorrono 20 milioni all’anno, e da quando Brebemi funzionerà il risparmio sfiorerà i sette milioni di ore. Con un vantaggio misurabile anche in termini economici, visto che su questo asse insistono quasi 250 mila aziende che rappresentano il 18-19 per cento dell’export dell’intero paese: il Pil crescerà di 380 milioni di euro all’anno.
Tutto questo è nelle previsioni e con la nuova direttissima si otterrà una ridistribuzione del traffico pesante, vera piaga per i pendolari dell’automobile. Quando sarà completa tutta la nuova rete stradale - che comprende anche la tangenziale esterna di Milano, la Pedemontana oltre ai 75 chilometri di viabilità complementare - la stima è che il traffico pesante si ridurrà tra il 20 e il 60 per cento - nell’area della provincia di Brescia il calo sarebbe della metà. Ad aumentare per contro sarà la velocità di percorrenza, se le code dovessero davvero divenire l’eccezione, come dovrebbe essere, e non la regola come nelle ore di punta avviene. La nuova infrastruttura ha avuto vicissitudini e lungaggini che hanno pesato in maniera rilevante sul costo finale, schizzato agli attuali 1,5 miliardi di euro, più del doppio di quelli preventivati all’inizio. Ma tutto è bene quel che finisce…bene.
Franco Piovani
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