“Ma dov’eri tu negli anni Settanta quando cercavamo di cambiare il mondo?” “Al bar a giocare a carte, e a parlar di donne, a parlarne… perché si sa, io non c’ho il fisico”. Tra una canzone e una battuta, David Riondino e Dario Vergassola costruiscono uno spettacolo che si snoda fra i due modi sicuramente molto diversi di porsi dinanzi alla vita per educazione, amicizie, lavoro, situazioni amorose.
Percorsi che possono sembrare lontani, divergenti, difficili da coniugare ma che i due comici, all'inizio ben poco convinti delle esperienze reciproche, evidenzieranno come simili e vissuti quasi in una sorta di perverso parallelismo.
Riondino è voce di storie incredibili accadute in continenti lontanissimi dove incontreremo personaggi misteriosi, tutti caratterizzati da un microscopico "quid" che li rende casualmente molto simili ad altri ben più familiari.
Viaggi e popoli lontani, esperienze ribelli, donne intellettuali di cui è difficile cogliere la raffinata psicologia.
Vergassola, invece, contrapporrà la vita vissuta nella triste megalopoli La Spezia dove il bancomat è l'unica distrazione aperta la notte.
Le sue storie sono quelle con gli amici del bar dove il vero personaggio misterioso, addirittura mitologico e comunque sempre incredibilmente lontano è la "donna".
Ma proprio la mancata comprensione dell'universo femminile ci farà sembrare simili e parallele le loro esperienze, in fondo tentativi di ricerca e di comprensione dell'altro sesso.
In oltre un'ora e mezza di esilarante spettacolo i due ci accompagneranno in giro per le loro vite e le loro esperienze lavorative, intercalando ai ricordi gli immancabili momenti musicali affidati alle loro chitarre che da sempre li accompagnano… un po' come la coperta di Linus.
David Riondino
Toscano, classe 1953, ha lavorato dieci anni a Firenze come bibliotecario. Artisticamente nasce con la generazione dei cantautori degli anni Settanta: pubblica dischi e compone canzoni in quegli anni abbastanza conosciute, come "La canzone dei piedi" e "Ci ho un rapporto". Giovanissimo (1975) debutta al teatro Zelig di Milano e comincia un percorso professionale che lo porta ad esplorare quasi tutte le forme di comunicazione. Sfuggito grazie alla sua poliedricitá ai piö comuni cliché artistici, definisce l'intellettuale "una persona fisica, che comunica, che partecipa, che sa trasformare la sua esperienza in qualcosa che serva anche agli altri, che non trasforma il sapere in potere, che ha un'idea sentimentale del comunicare" ed è alla ricerca di un nuovo linguaggio, "la perfetta commistione tra musica, scrittura e disegno".
Dario Vergasola
Approda nel mondo delle spettacolo partecipando a 'Professione Comico' la manifestazione diretta da Giorgio Gaber, nella quale ottiene sia il premio del pubblico sia quello della critica.I suoi monologhi cabarettistici e le sue canzoni vengono organizzate in uno spettacolo teatrale, dal titolo Manovale gentiluomo, che viene rappresentato in tutta Italia con grande successo.Dalla collaborazione con il suo conterraneo, Stefano Nosei, nasce uno spettacolo a due, 'Bimbi belli', che riscuote un grande successo di pubblico.Dal 1994 è in tournée teatrale con lo spettacolo 'La Vita è un lampo' per la regia di Massimo Martelli, spettacolo che ha effettuato oltre 200 repliche. Per la sua simpatia e verve comica Dario è l’attore comico preferito dagli altri artisti per spettacoli di coppia: dopo il sodalizio con Nosei collabora con Enzo Jannacci, e nel 2001 lo vediamo sul palco con David Riondino in 'I cavalieri del tornio. Recital per due'. A febbraio 2005 debutta per il teatro "Todos Caballeros: ballate per Don Chisciotte e Sancho Panza", originale elaborazione dell'opera del Cervantes ancora una volta a due voci con David Riondino.
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