Il concorso, cominciato nel mese di ottobre, ha impegnato diversi autori bresciani e della provincia, nello scrivere poesie dialettali inerenti al tema da loro stessi scelto. La rassegna ha previsto due tipi di composizione: una nel dialetto lumezzanese e l’altra nella lingua locale bresciana.
In un teatro gremito di gente, gli autori che hanno fatto pervenire i propri lavori alla biblioteca civica “Felice Saleri” si sono dilettati nel recitare le proprie fatiche letterarie, anche con l’aiuto di sottofondi musicali che hanno cambiato l’atmosfera sul palcoscenico.
La serata, condotta dal giornalista e volto popolare di Lumezzane Egidio Bonomi, ha visto la partecipazione delle alte cariche del Comune valgobbino; tra questi, il primo cittadino Silvano Corli, il vice sindaco e assessore alla Cultura Giorgio Zani, oltre alla presidentessa della biblioteca, Giuliana Scaroni. Come è stato ricordato dal mediatore della serata, tutti gli elaborati che sono stati inviati e messi in concorso non riceveranno un compenso economico, ma saranno pubblicati sull’apposito libretto il prossimo anno dall’Assessorato, dedicato alla rassegna dall’omonimo titolo. Non è stato solo un venerdì di premiazione, ma anche di divertimento, che ha visto alcuni volti conosciuti di Lumezzane dilettarsi in canzoni dialettali e non, accompagnati dagli strumenti musicali. È stato protagonista in questo Luciano Bianchi, noto pianista e cantante della valle, che ha recitato le note canore de “Il menestrello”. Passando però ai protagonisti della rassegna lirica dialettale, il conduttore ha recitato i nomi di coloro che hanno vinto e che hanno visto quindi soddisfatte le proprie fatiche. Nella rassegna dedicata al dialetto lumezzanese, nel quale sono, però, mancati gli autori valgobbini, si sono posti alle prime posizioni Mario Francesco Bugatti con la lirica filastrocca “La hciura Marì” (“La signora Maria”, una donna aspetta il figlio perduto e viene considerata pazza), seguito da Pierangela Donati che ha recitato “La nef de Nedhàl” (“La neve di Natale”, che vede il ruolo della neve come portatrice di speranza); al terzo posto si è posizionato Fabrizio Gatta con “Ol mulì a uèn” (“Il mulino a vento”, che mostra la gente con il proprio sacco di farina insieme ad altre persone con cui coltiva amicizia).
Nella seconda rassegna, quella dedicata al dialetto bresciano, si sono posizionati ai primi posti Giacomo Fanetti, di Sonico, con l’opera “Emussiù” (“Emozioni”), seguito da Pierino Pini, di Montichiari, con “Ta set turnada” (“Sei tornata”); l’ipotetica medaglia di bronzo è stata conferita a Lino Marconi, di Chiari, con “Dessedàss söl piö bel” (“Svegliato sul più bello”).
Tra gli autori e le poesie che non sono entrate nel podio, ma che sono state segnalate per la loro originalità, sono Gianluigi Zanola con “Na stresa” e Marco Iris Perin” che ha scritto “A far la guera coi stopài se mör de set”. Tra le sorprese finali, sono state recitate le note di due canzoni valgobbine; la prima ha visto protagonista Luciano Bertoli con “Lömedane fa mia ‘l honàl hathera” (“Lumezzane non fare la stupida stasera”, sulle omonime note di Venditti relative all’inno romano), mentre lo stesso conduttore Egidio Bonomi si è dilettato nella canzone “La me ca΄” (“La mia casa”), aiutato dall’accompagnamento della fisarmonica.
È stata dunque una serata all’insegna del divertimento e della tradizione valgobbina e bresciana, che ha abbassato il sipario, almeno per quest’anno, sulla rassegna lirica.
Fabio Zizzo |