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La proposta arriva dall’assessorato all’ecologia del Comune di Bedizzole che ha istituito uno strumento ecologico ed economico per ostacolare l’invasione dei fastidiosi insetti soprattutto nei mesi estivi. Per tutelare i chirotteri, la cui sopravvivenza pipistrelli è stata minata nel tempo dall’inquinamento urbano, Bedizzole (30/6872922 ), offre in comodato d’uso le bat board, studiate dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, "cassette" in legno larghe mezzo metro e dello spessore di 10 centimetri dotate di una piccola fessura, da collocare sugli alberi o sulle pareti dell’abitazione ad almeno 4 o 5 metri di altezza, in modo che i pipistrelli si sentano al sicuro da eventuali predatori. L’antenata della bat box - o bat house - è la "pipistrelliera" costruita nelle paludi dell’Agro Pontino prima della bonifica; era una torre in legno o in cemento alta fino a 15 metri, una sorta di palafitta insomma: i loro ospiti condussero una strenua battaglia contro le zanzare responsabili della malaria.
I pipistrelli non hanno mai riscosso grande successo sociale, anzi, le leggende sul loro conto sono davvero molte, e piuttosto fantasiose. In Italia vivono 34 diverse specie degli unici mammiferi in grado di volare e di vedere al buio grazie ad sistema naturale di ultrasuoni. Si tratta di creature delle quali sono stati rinvenuti fossili risalenti a 50 milioni di anni fa. Privilegiano rifugi quali costruzioni ed incavi di tronchi; nelle cascine amavano ripararsi in pertugi o fessure, oppure presso i sottotetti. In città, la loro attività è facilitata dall’intensa illuminazione che attira insetti, di cui sono ghiotti: è stato calcolato che ogni animale riesce a ingerire, a seconda del peso e della specie, tra le 500 e le 5.000 prede ogni notte, 2.000 in media, fungendo da insetticida naturale. Tra le specie più diffuse nelle nostre zone figurano il pipistrello nano, albolimbato, di Savi e l’Orecchione grigio. (f.pio)
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