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Vediamo com'è andata. Il periodo autunno-invernale - informa il Direttore generale di Assoenologi Dr. Giuseppe Martelli - è stato caratterizzato, in tutta Italia, da temperature piuttosto rigide e da abbondanti precipitazioni che hanno ricostituito, dal Piemonte alla Sicilia, le riserve idriche depauperate nelle precedenti annate. Nel Nord la neve è caduta abbondantemente come non si vedeva da anni. Questa situazione ha determinato una ripresa vegetativa ritardata di circa una settimana rispetto alla media pluriennale.
Dopo un ottimo germogliamento, grazie alle alte temperature del mese di maggio, il ritardo è stato riassorbito tanto che la fioritura e l'allegagione sono avvenute mediamente in anticipo di 10 giorni rispetto ai normali periodi, anticipo che si è mantenuto, ed in alcuni casi è cresciuto, fino alla vendemmia.
L'agosto più caldo degli ultimi decenni è stato quello del 2003. Ma anche il 2009 non ha scherzato. Infatti, dopo una un inizio di stagione bizzarro caratterizzato da giornate piovose alternate a giornate soleggiate, in maggio le temperature sono salite tanto da far gustare uno scampolo d'estate con il termometro che ha superato i 30°C sia a Firenze che a Milano. La penisola è stata investita da abbondanti precipitazioni nella prima settimana di luglio; successivamente le temperature si sono innalzate per diventare torride in agosto con punte, anche in Italia settentrionale e centrale, vicine ai 40°C percepiti.
L'altalenanza di umidità e bel tempo hanno creato le premesse per l'insorgere delle tradizionali malattie fungine della vite: oidio, peronospora e botrite che, sia pure con differente intensità, si sono manifestate da Bolzano a Pantelleria.
I tempi della vendemmia 2009 possono essere così riassunti: la raccolta delle varietà precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) è iniziata il 5 agosto in Franciacorta, il 20 agosto in Toscana, il 6 agosto in Puglia e il 3 agosto in Sicilia. Il pieno della vendemmia è nella seconda decade di settembre. I conferimenti termineranno, per la stragrande maggioranza delle uve, entro il corrente mese di settembre.
Su tutto il territorio nazionale, i conferimenti si esauriranno a metà ottobre con le ultime uve di Raboso e Cabernet nel Veronese, di Cabernet, Petit Verdot e Sangiovese in Toscana, mentre in Valtellina e nell’Avellinese si protrarranno fino ai primi giorni di novembre quando saranno staccati gli ultimi grappoli di Nebbiolo e di Aglianico.
Una vendemmia che divide longitudinalmente l’Italia in due - afferma Martelli. Nel 2007 il Centro-Sud fece registrare una produzione fortemente deficitaria rispetto a quella del Nord Italia. Nel 2008 si è verificato un capovolgimento della situazione con un decremento nel Centro-Nord ed un incremento nel Centro-Sud, ad eccezione della Sardegna.
Quest'anno l'Italia non è divisa orizzontalmente ma longitudinalmente a causa delle diverse condizioni atmosferiche e meteoriche verificatesi durante tutto il ciclo vegetativo.
In pratica la parte occidentale, quella tirrenica, manifesta incrementi di produzione abbastanza omogenei, mentre la parte orientale (adriatica) decrementi altrettanto omogenei.
Infatti dal Friuli Venezia Giulia, passando per le Marche ed arrivando in Puglia si riscontrano decrementi produttivi che oscillano tra il -5% e -10% rispetto allo scorso anno. Mentre valutando i dati dal Piemonte alla Toscana, fino alla Campania si registrano segni positivi che vanno da +5% a +10%.
Un discorso particolare va fatto per le due grandi Isole che risultano altrettanto omogenee: la Sicilia produce nel 2009 di più rispetto al 2008 ma viene penalizzata dagli abbondanti estirpi. Mentre la Sardegna incrementa la produzione a fronte però di un 2008 alquanto deficitario.
Quantitativamente parlando - assicura Giuseppe Martelli che è anche presidente del Comitato nazionale vini del Dicastero dell’agricoltura - l'elaborazione dei dati fa ipotizzare che la produzione di uva possa complessivamente oscillare tra i 63 e i 65 milioni di quintali che, applicando il coefficiente medio di trasformazione del 73%, danno circa 46,3 milioni di ettolitri di vini e mosti, un quantitativo uguale a quello del 2008.
Per avere un'idea dei livelli di produzione 2009 occorre necessariamente confrontare le quantità previste con le medie degli ultimi anni, che danno 49,5 milioni di ettolitri per il decennio 1999/2008, 47,3 milioni di ettolitri per il periodo 2002/2008 e 46,1 milioni di ettolitri per il triennio 2006/2008.
Va ricordato che la crescita produttiva è stata quest'anno contenuta anche dall'adesione alle estirpazioni volontarie e con premio in applicazione della nuova Ocm vino che hanno interessato quasi 12.000 ettari in ambito nazionale.
Qualitativamente parlando, nonostante l'andamento bizzarro delle condizioni climatiche e meteoriche, la qualità è complessivamente buona con diverse punte di ottimo soprattutto per i vini bianchi e le uve base spumanti al Nord e per tutte le tipologie al Centro-Sud. La qualità è comunque alquanto eterogenea, a macchia di leopardo, nel senso che in una stessa regione il medio si scontra con l'ottimo ed il buono con l'eccellente. A tutt'oggi (28 agosto) è stato conferito alle cantine poco più del 25% delle uve, nella stragrande maggioranza bianche e principalmente di varietà precoci. Per quanto attiene le uve a bacca rossa, in cantina è stato portato meno del 10% del totale e per la qualità dei futuri vini tutto dipenderà dall’andamento climatico del mese di settembre che, se decorrerà nel modo più opportuno, ovvero con giornate ricche di sole, scarse di pioggia e con buone escursioni termiche notturne, si potranno raggiungere livelli interessanti, in caso contrario ci dovremo accontentare di un’annata buona ma senza particolari picchi.
I mercati. I consumi interni - conclude il direttore generale di Assoenologi - sono passati da 120 litri/pro-capite degli anni Sessanta, agli ottanta degli anni Ottanta, per arrivare ai 45 attuali. Le esportazioni nel primo trimestre 2009 si sono ridotte del 9,2% nei valori, rispetto allo stesso periodo del 2008, mentre i volumi tengono. Ma questo grazie solo al costante decremento dei prezzi all'ingrosso, che ha permesso di vendere il prodotto, diminuendo in alcune zone e cantine sensibilmente le scorte ma con scarsi introiti per i produttori. Pertanto i segnali dei mercati non sono confortanti, ma non bisogna neppure esagerare con il pessimismo. Il vino italiano in tutto nel mondo piace, anche se ovviamente dall'America, all'Asia, all'Europa, tutti stanno molto più attenti al prezzo. Se le locomotive non deraglieranno, anche i vagoni continueranno a viaggiare. In questo contesto si inserisce la produzione 2009 che oggi, 28 agosto, non registra ancora scambi consistenti, anche perché le aziende stanno definendo le strategie di vendita per il prossimo anno, che si preannuncia non facile. Il mercato dei vini all'ingrosso è quindi poco dinamico. L'offerta mira a mantenere i prezzi del 2008, ma si ritiene che per la stragrande maggioranza delle tipologie essi saranno abbattuti con punte anche del 15/20% rispetto al 2008. La richiesta premia maggiormente i prodotti bianchi rispetto ai rossi.
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