Pierluigi Mari frequenta le scuole elementari e la 2a classe della Scuola Media a Gardone V.T. Nel 1950 a causa di problemi familiari (muore purtroppo la mamma) va in collegio a Brescia, all’Istituto Piamarta dove frequenta e conclude la 3a media. Gioca nella squadra di calcio del Piamarta (dimostrandosi un ottimo “regista”) iscritta al CSI provinciale. Rimane in Istituto per i successivi 5 anni frequentando la scuola di Ragioneria e rincasando solo 3 volte l’anno (a Natale, a Pasqua, durante le vacanze estive). Consegue con successo il diploma di Ragioniere nel 1958. Nello stesso anno inizia a frequentare la Scuola Allievi Ufficiali (Corpo Fanteria) ad Ascoli Piceno e completa il servizio militare con il grado di Sottotenente.
Nel 1963 sposa Maria, da cui ha due figli: Agnese nel 1964 ed Antonio nel 1968.
Lavora alle dipendenze in ditte di Brescia e provincia, ed in Società con altri per un periodo relativamente breve nel settore dell’idrosanitaria. Contemporaneamente, nel 1971 collabora con il fratello e con il cognato, costituendo un’attività nel settore delle materie plastiche.
Rimane molto legato ai compagni di collegio. Con alcuni di loro collabora aiutando i padri Piamartini impegnati in Brasile e nelle Filippine.
Presiede via via varie associazioni, culturali e sportive.
Nel 2001, tornato da Manila, si sottopone ad un controllo medico e dopo ulteriori accertamenti la diagnosi è impietosa. Iniziano le cure del caso compreso l’autotrapianto. Nel Dicembre 2002 si sottopone al trapianto del midollo, che gli viene donato dal fratello Mario.
All’ospedale di Genova muore nel primo pomeriggio del 20 gennaio 2003, a poco più di 64 anni.

Fin qui la cronaca di una vita generosa che se ne è andata troppo prematuramente, cronaca e dati di cui ringrazio il fratello di Pierluigi, Mario Mari. Cerco di andare ora personalmente ad un sincero affettuosissimo ricordo dell’amico Pierluigi.
L’ho conosciuto amichevolmente (ed approfonditamente) per una decina di anni circa a partire dal 1990 quando per la mia breve esperienza amministrativa al Comune di Gardone V.T. partecipammo insieme all’esperienza della nascita e dello sviluppo di una Società. Mi dimostrò da subito una concretezza di intenti ed una capacità intuitiva che apprezzai. Siamo entrati subito in sintonia. Era sempre pronto ad agire, aveva un’idea dopo l’altra ed era generoso, ma allo stesso tempo assai oculato nelle spese. Me lo dimostrò negli anni seguenti quando via via lo coinvolgevo nelle varie iniziative e negli eventi organizzati dalla Associazione Culturale Valletrompia. Non mancava mai e le sue riflessioni erano sempre interessanti. Poi, insieme ad altri, fin dagli inizi – era il 1995 - partecipò alla Direzione Editoriale del settimanale della Valtrompia che ancora oggi io sono qui a portare avanti, senza di lui. Certo con lui le cose sarebbero andate diversamente, probabilmente meglio, ma non riuscì a cogliere il punto “finale” – che poi tale non risultò – del mio e del nostro impegno. Con lui ho fatto incontri ad alti livelli di imprenditori di emittenti radio televisive e di giornali. Ha sempre dimostrato di sapersi muovere ottimamente in un campo, quale quello “giornalistico” decisamente irrazionale ed inconsueto, sicuramente senza le ferree regole dell’imprenditoria di altri settori. Ricordo che – anche a posteriori, dopo la sua scomparsa – l’ho ascoltato. So con certezza che alcune scelte che negli ultimi anni sono stato costretto a fare lo avrebbero trovato d’accordo. Sono andato, infatti, a rileggermi in sintesi tutte le decisioni prese insieme nella Direzione della Associazione e del giornale.

Grazie Pierluigi, grazie pubblicamente e chiedo scusa ai familiari (ed ai lettori del VALTROMPIASET) se ho colto al volo l’occasione del Concerto di domenica 29 novembre per dire pubblicamente che Pierluigi si è dimostrato un vero amico con me, disinteressato, sempre sincero, sempre impegnato ma sempre pronto anche a momenti di relax. Insieme abbiamo anche sorriso molto, abbiamo passato qualche bel momento spensierato sempre programmando e pensando al futuro e riflettendo sul passato. Qualche volta mi confidava anche le sue preoccupazioni, come quando trasferì la sua azienda da Brozzo a Rodengo. E parlavamo di politica e ci intendevamo, perché fino a qualche anno fa si sapeva dove stavano la sinistra, il centro e la destra…Io l’ho stimato, l’ho apprezzato e so di essere stato anche da lui ricambiato. E me lo ha anche dimostrato, ma questo fa parte del privato. I veri amici rimangono sempre, anche quando non ci sono più, anche quando sono o sembrano lontani da noi, per sempre.
E Pierluigi è stato un vero amico.

Piero Gasparini