Una delegazione di Bovegno, guidata dal parroco don Alberto Cinghia, ha
deposto un mazzo di fiori e recitato una preghiera di suffragio dinanzi alla tomba del mai dimenticato parroco del centro dell'Alta Val Trompia le cui spoglie riposano nel cimitero di Manerbio. Una Mostra fotografica è stata allestita dalla Fondazione Canossi-Cibaldi al piano terra della Torre medievale, mentre la commemorazione è stata fatta nell'Auditorium Paolo VI di Bovegno con letture sulla vita e le opere del sacerdote.
Mons. Bertoli ha segnato la storia di Bovegno negli anni bui della guerra e poi in quelli della ricostruzione, dal 1941 al 1969. Con la rassegna è stata riassunta la vita intensa del sacerdote nato il 10 settembre del 1895 a Manerbio, il quale prima di entrare in seminario era stato tenente dei mitraglieri nella Grande guerra.
Ordinato nel 1924, prestò servizio a Manerbio, a Pompiano ed Orzinuovi e Montichiari. Nel 1941 fu nominato arciprete di Bovegno. Visse i momenti tragici del secondo conflitto mondiale che coinvolse anche la valle Trompia. Il poeta Aldo Cibaldi ha consegnato alla storia il resoconto del tragico Ferragosto 1944: "Nella notte dei lupi mannari, Mons. Bertoli aveva composto e benedetto le salme martoriate, i morti uno sull'altro con le case che gli bruciavano attorno.".
Mons. Bertoli divenne una leggenda per i minatori, capace di bussare a tutte le porte e ottenere per loro lavoro, ma anche scampo dal fronte. La miniera Sant'Aloisio divenne nella memoria la "galleria degli esoneri". Memorabili anche le sue battaglie, a Brescia, Bergamo e a Roma, nei ministeri, per ottenere nuovi macchinari, nuovi cantieri e ridare speranza ai lavoratori. Accolse, in una visita alle miniere, l’allora Cardinal Montini il quale eletto poi al soglio di Pietro, lo volle come Cameriere segreto.
In sintesi un prete per la sua gente che anche a Manerbio è ricordato per il suo altruismo e le amicizie sincere che lo legavano alla terra d'origine.
Franco Piovani
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