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venerdì 22 novembre 2024 | 08:58
 Nr.8 del 02/04/2007
 
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Il governo del territorio non è semplice
Affidarsi a criteri di contrapposizione con coloro che vivono in determinate zone è quantomeno da attribuire ad incompetenza se non alla presunzione di essere gli unici ad emettere sentenze che penalizzano i cittadini costretti a subirle


   Ermes Buffoli


Sembra questa la sostanza della posizione pubblicamente espressa dagli esponenti di associazioni venatorie quali Ermes Buffoli, presidente provinciale Ucl, e Gian Calo Minelli, coordinatore Ucl Alto Garda, critici verso la Regione Lombardia che ha individuato ulteriori Zone di protezione speciale, sintetizzate nell'acronimo Zps, collocate per lo più nel Parco Alto Garda (15845,1 ettari) e nel Parco delle Orobie Bergamasche (31071,5 ettari) e Valtellinesi (7144,5 ettari).

Ma perché secondo voi siamo di fronte a una pessima vicenda?

Perché prima di decidere si debbono almeno ascoltare i rappresentanti delle comunità locali, cosa che invece non s'è verificata. Il presidente della Comunità Montana Alto Garda, non è stato messo al corrente di alcunché, così come i sindaci e gli esponenti della Provincia pronti ad inviare un documento di protesta nei confronti della Regione con la richiesta al presidente Formigoni di rivedere l’azzonamento delle Zps.

Affermate d'essere sbigottiti ed esterrefatti.

Certamente. I politici si sprecano in proclami inneggianti alla concertazione, al federalismo ed alla sussidiarietà, e poi qual è il sistema? Si ignorano le istituzioni locali e vengono emessi nuovi vincoli che non coinvolgono solo l’aspetto venatorio, ma gravano sulla gestione complessiva del territorio. Basti pensare alla complessa burocrazia instaurata per realizzare un piano o un progetto da autorizzare solo dopo aver accertato che sarà mantenuto integro il sito. E' un metodo bulgaro per il quale ravvisiamo gli estremi per un ricorso al Tar avverso alla delibera regionale che non esiteremo a presentare.

Com'è nata l'intera vicenda che provoca le vostre reazioni?

Il Ministero dell’Ambiente avvalendosi della consulenza tecnica della Lipu, che vede le caccia come il fumo negli occhi, ha imposto alle Regioni di ottemperare entro marzo alla individuazione di ulteriori aree Zps, allegando una tabella dettagliata che suggerisce dove collocare tali aree all’interno delle Iba. È previsto nella finanziaria. Ci domandiamo se è compito della Regione o della Lipu l’individuazione delle zone Zps. Non era meglio, più razionale coinvolgere le realtà locali prima di decidere? La situazione è pessima, destinata ad aggravarsi in quanto il Governo nazionale, nella finanziaria al comma 1226, in merito alle Zps demanda ad un Decreto del Ministero dell’Ambiente la definizione dei criteri minimi uniformi per l’adozione delle misure minime speciali di conservazione dell’habitat del comma 1226 sarà quindi possibile porre rimedio alla decadenza del decreto legge n° 251/2006. Lo stesso decreto che all’art.3 faceva divieto di esercitare nelle Zps la caccia in data antecedente alla prima domenica di ottobre; esercitare l’attività venatoria nel mese di gennaio; svolgere attività di addestramento di cani da caccia, con o senza sparo, prima della seconda domenica di settembre e dopo la stagione venatoria; effettuare la preapertura dell’attività venatoria; esercitare l’attività venatoria alle specie oggetto di deroga; effettuare ripopolamenti a scopo venatorio ad esclusione di quelli realizzati nelle aziende venatorie e di quelli effettuati con fauna selvatica proveniente dalle zone di ripopolamento e cattura insistenti sul medesimo territorio; ecc. ecc...


Franco Piovani



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