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 Nr.2 del 22/02/2010
 
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I giorni delle cipolle
Un operaio da poco licenziato, si dà fuoco in una piazzola isolata, trovando l’unica cosa certa a cui appellarsi. Un suo simile, uomo e operaio anch’esso, disperato alla notizia di essere ormai un “esubero”, si reca di nascosto sul luogo di lavoro e si toglie la vita


  


Un gruppo di cinque o sei dipendenti, si barricano all’interno di un’azienda in odore di chiusura, spengono i cellulari, e minacciano anch’essi di darsi fuoco, se il Governo o chi per lui (?) non interviene a sbloccare la situazione. Negli stessi giorni (commosso fino alle lacrime di coccodrillo) il miglior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni, non trova di meglio che scherzare con il presidente albanese Berisha, proponendogli di ospitare centrali nucleari in terra di Iugoslavia, e dicendosi disponibile ad accettare scafisti, ma solo se portano belle ragazze. Fino a non molti anni fa, l’Italia era considerata la quinta potenza economica mondiale, ora è scivolata al settimo posto. Fortunatamente oltre al Gi Otto, qualcuno ha pensato bene di inventarsi il Gi Venti, così per almeno un quinquennio siamo al sicuro. Al sicuro per modo di dire, perché le previsioni di Cachemire-Bertinotti; “Anche i ricchi piangono”, si sono avverate, ma solo perché i ricchi, piangono sì, ma dal ridere. (Speriamo che a Bertinotti non si bagni il pullover). In una lettera al direttore di uno dei maggiori quotidiani italiani, un ragazzo ventenne che abita a Milano, ci chiarisce vieppiù l’andamento lento del welfare nazionale. Inizia così la sua lettera:

“Ho 21 anni, e vivo, o meglio, sopravvivo a Milano. Lo scorso aprile sono stato licenziato con un contratto di apprendistato. Proprio in quei mesi, prendeva il via il sussidio di disoccupazione per apprendisti, tanto annunciato dai partiti di governo. Interpellata l’INPS, scopro che, a detta loro, la circolare è ancora sulla scrivania dell’Ufficio gabinetto del ministero competente. L’INPS la sta aspettando dall’agosto del 2009. A quanto pare, un covo di fannulloni in casa Brunetta. Caro direttore, i soldi che ci hanno promesso (giocando a fare le rane dalla bocca larga), ho capito che non li vedrò mai”. Firmato C. M.

Ora mi chiedo, che fine ha fatto la “raccomandazione” del 1992, la 92/441 CEE, alla quale aderirono, impegnandosi solennemente, l’Italia e tutti gli stati membri? La “raccomandazione”, recitava, che tutti gli stati adottassero delle misure di garanzia di reddito, in quanto elemento QUALIFICANTE del modello di Europa sociale. Dov’è l’informazione in Italia, se migliaia di ore di trasmissioni televisive, di altrettante ore di trasmissioni radiofoniche, di milioni di caratteri tipografici dei giornali, non vi hanno mai raccontato cosa succede nelle altre nazioni europee a proposito del reddito minimo garantito? È mai possibile che tocchi ad un meccanico che scrive per dovere, raccontarvi ciò? Mi rispondo da solo: “È possibile, nella nazione che si avvia a diventare “Il primo paese del Terzo Mondo”. Incolpare dello sfascio l’attuale governo, sarebbe riduttivo, e non aderente al vero. L’Italia non ha solo perso il treno, in questi ultimi trent’anni, è riuscita anche a sbagliare stazione. Nell’Europa dei 25, solo tre paesi non hanno una forma di reddito garantito: Grecia, Ungheria, e Italia. In Gran Bretagna, a partire dai 18 anni, se non si hanno risparmi che superino i 13.000 euro, si ha diritto a circa 350 euro mensili. In Germania, al compimento dei 16 anni, si ha diritto a 345 euro mensili. In Francia, sono un po’ meno generosi, per accedere ai 425 euro del “revenu minimum di insertion” bisogna avere 25 anni, a meno che non si abbiano figli.
Ritornando alla Gran Bretagna, l’assegno sale fino a 669 euro per una persona di 25 anni single. Per una coppia senza figli, levita fino a 881 euro. Per una coppia con un figlio, poniamo di 10 anni, è di 1265 euro. (questi dati come i precedenti e quelli a seguire fanno riferimento ai primi mesi del 2006). Un disoccupato francese che vive in coppia, arriva a 640 euro. Una coppia con tre figli può contare su 1150 euro ogni mese. In Germania, una famiglia composta da due figli, (che hanno diritto a 308 euro mensilmente cadauno), padre disoccupato e madre con un lavoro part-time, poniamo il caso, di 750 euro lordi, arriva a poter disporre di 1665 euro netti, compreso il salario materno. In Austria, l’individuo singolo può disporre di cifre che vanno dai 380 ai 490 euro. In Olanda, nel paese dei tulipani e delle dighe (non parliamo delle escort per carità) alle coppie sposate o conviventi (???) spettano 1099 euro, alla famiglia monoparentale 769 euro, individui 549 euro. In aggiunta vi è un assegno per le vacanze, equivalente all’otto per cento di queste somme. In Lussemburgo ci sarebbe da emigrare, 1044 euro per individuo. Anche l’Irlanda non è poi così male, si parla di 647 euro per i single, e 1073 euro per la coppia. Esistono anche nelle democrazie “civili”, un’infinità di diritti associati. Il latte gratis per le donne incinte ad esempio. Ma questo sarà l’argomento di un prossimo articolo.

Cari rari lettori, potete riprendere a respirare, ma mi raccomando, fatelo con una certa parsimonia, l’aria della Valtrompia, nonostante le fabbriche in difficoltà, è ancora parecchio inquinata, e pare che i futuri governi vogliano tassare anche quella. Dobbiamo cominciare ad allenarci all’apnea, e a bere l’acqua a piccoli sorsi, per farla durare. Se gli acquedotti finiscono in mano a certi individui di cui si sente parlare sui giornali in questo periodo, sarà meglio contattare qualche vecchio negli ospizi, e carpirgli la mappa delle sorgenti. E se avete un pezzo di terra, anche solo un triangolo, sradicate i fiori e cominciate a piantare patate e cipolle, perché (spero di sbagliarmi) i giorni delle cipolle stanno tornando.

Vi lascio con una poesia che parla di quando gli emigranti eravamo noi. Scritta decine e decine di anni fa, da uno dei maggiori poeti del Novecento, un certo Carl Sandburg. Ci sono delle analogie con quanto accaduto a Rosarno.( per chi le saprà trovare).

I GIORNI DELLE CIPOLLE

La signora Gabriella Giovannitti appare lungo la Peoria Street
ogni mattina, alle nove in punto, con la legna da ardere sul capo.
Gli occhi fissi in avanti, per trovare la via ai suoi vecchi piedi.
Sua nuora, la signora Pietro Giovannitti – il marito le morì per un'esplosione,
in un tunnel – (per la negligenza di qualcuno),
lavora dieci ore al giorno, e talvolta dodici,
cogliendo le cipolle per Jasper, sulla via di Bowmanville.
Il tram lo prende alle quattro e mezzo la mattina,
la signora Pietro Giovannitti,
e torna via da Jasper, col salario di una giornata,
tra le nove e le dieci di sera.
La scorsa settimana prese otto centesimi alla cassetta,
la signora Pietro Giovannitti, cogliendo cipolle per Jasper,
ma questa settimana Jasper ha ridotto la paga
a sei centesimi per cassetta, poiché furono tante,
donne e ragazze, a leggere l’annuncio sul Daily News.
Jasper è membro della Chiesa Episcopale di Ravenswood,
e certi giorni di sabato è felice, mentre canta il credo di Nicea,
e ha intorno le figlie che uniscono la loro voce alla sua.
Se il predicatore ripete prediche ormai vecchie,
la mente di Jasper corre alla tenuta di settecento acri,
pensa a come farla produrre più efficientemente,
e talvolta si chiede se valga la pena di mettere un avviso
sul Daily News in modo che si presentino più donne
e ragazze, e si riducano così i costi del lavoro.
La signora Giovannitti è ben lontana dal disperarsi
per la sua vita, la sua gioia sta in un bimbo
che lei lo sa, arriverà entro tre mesi.
Ora, se queste sono le scene di oggi, vi sono altre scene
della famiglia Giovannitti che posso anticiparvi per domani:
come nelle mattine d’inverno esse vanno dal grossista locale,
con i loro cesti per le fave, la farina e la melassa.
Sento già colleghi dire che c’è del buon materiale
per un racconto, o meglio ancora, da manipolare per un dramma.
Io penso, che non ci sia alcun drammaturgo vivente
che possa descrivere in un dramma, la vecchia signora
Gabriella Giovannitti, quando, con la legna da ardere
accatastata sul capo, appare lungo la Peoria Street
alle nove di mattina.


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