Anche quest’anno infatti, il Comitato “Acqualunga”e la Cooperativa L'Aquilone rinnovano questa antica tradizione e danno appuntamento a grandi e piccini per assistere al rogo propiziatorio.
Come infatti si saprà, negli anni passati, era abitudine, a metà Quaresima, in occasione del giovedi grasso interrompere l’atmosfera penitenziale e bruciare in piazza, tra canti e balli questa grande sagoma colpevole di tutti i mali.
A Gardone questa antica usanza era ormai stata cancellata ma, grazie ai succitati gruppi promotori, da diversi anni è tornata di moda e riesce sempre a coinvolgere diverse centinaia di spettatori, ovviamente in maggioranza bambini.
Con questo rito simbolico si volevano bruciare e quindi cancellare tutte le cose brutte che la vita a volte riserva ed auspicare per tutti un futuro migliore; la vecchia diventa così un capro espiatorio caricato di tutte le responsabilità del male avvenute durante l’anno nella comunità.
Il fuoco, con cui si avvia questo rito di antico sapore sacrificale, da allora voce alla lontana storia e ideologia medioevale, la quale poneva al rogo le proprie streghe; quelle streghe che facevano parte di una complessa cultura in cui si concepiva una realtà animata da forze spesso diaboliche e inquietanti che l’uomo doveva di volta in volta controllare ed esorcizzare tramite riti sacrificali.
Ma l’antica tradizione contadina ha dato al rogo un valore liberatorio più legato alla vita quotidiana rappresentando la vecchia come tutto quello di negativo che ha portato l’inverno; poca luce, freddo, niente raccolti e polmoniti; in questo simbolo si rappresenta dunque la stagione che muore ma che nello stesso tempo, con l’arrivo della primavera dà il seme propiziatorio alla stagione che sta per arrivare.
L’appuntamento, come ormai d’abitudine è fissato per le ore 20,45 in Piazza S. Carlo a Gardone V.T., proprio di fronte alla chiesa dedicata al cardinale Carlo Borromeo, che ebbe molta dimestichezza con gli eretici e sospetti di stregoneria… e proprio di fianco alla Redazione del VALTROMPIASET.
|