L’ente fu istituito nel 1939 con un regio decreto e fu soppresso nel 1977 in applicazione di una legge regionale. Si tratta di un fondo costituito da 116 faldoni e 84 registri che la Provincia di Brescia ha affidato al Comune di Gardone e segnatamente all’A.S.C.
Al fine di ricomporre la completezza dell’archivio restano da acquisire 49 registri custoditi all’archivio storico della Provincia. Quanto passato a Gardone costituì nel 2007 il primo complesso documentario dell’allora nascente Archivio Storico della Caccia e ora, da ammasso informe di carte, è divenuto un ben organizzato fondo archivistico a disposizione di studiosi, appassionati, cultori dell’arte di Diana o di semplici profani curiosi di conoscere e indagare l’attività di questo ente del passato. Un ente che fin dalla sua istituzione fu assai prolifico a Brescia, in quanto collocato in una delle province a maggior rilevanza venatoria, dove la caccia è da sempre tradizione, passione e, per qualcuno, quasi vocazione.
Erede delle Commissioni Venatorie, il Comitato si riferiva alle leggi nazionali in tema di caccia e fu un organo prevalentemente consultivo. Esso era presieduto dal capo dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura. Le funzioni, ribadite e ampliate dalla riforma del 1955, spaziavano dalla propaganda delle disposizioni settoriali alla gestione del ripopolamento faunistico, dal parere su concessioni e revoche di bandite e riserve di caccia alla pubblicazione del calendario venatorio. Con una legge del 1967 le facoltà e i poteri del Comitato vennero rinforzati, anche in virtù dell’entrata in vigore del nuovo regime di caccia controllata, che attribuiva all’organismo funzioni di gestione e vigilanza. Il Comitato bresciano ebbe vita ancora per un decennio, come già accennato, in quanto la Regione, sulla scorta del decentramento di funzioni del D.P.R. 616/1977, lo incluse tra gli enti da abolire; il personale fu trasferito presso la Provincia che assunse così le funzioni dell’organismo soppresso.
Dal punto di vista del contenuto va detto che all’interno del fondo, organizzato in 48 titoli per il periodo 1940-1972 e 34 per quello 1972-1977, oltre ai più diversi documenti (disposizioni, corrispondenza, contravvenzioni, registri degli appostamenti fissi per i capanni ecc.) si possono vedere fotografie in bianco e nero relative a catture di animali nocivi nonché di mappali e planimetrie di zone di caccia anche antecedenti l’istituzione dei Comitati Provinciali della Caccia. Ogni titolo è a sua volta suddiviso in varie classi, in cui si individuano più nello specifico i contenuti dei singoli argomenti, e infine vengono descritti analiticamente i documenti delle singole buste. Dunque un lavoro accurato, e foriero di futuri sviluppi, condotto dalla cooperativa A.R.C.A. con la partecipazione della Regione Lombardia, della Provincia di Brescia, della Città di Gardone V.T., della Comunità Montana di Valle Trompia e del SIBCA (Sistema Beni Culturali e Ambientali), in cui lo stesso A.S.C. è inserito. |