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Ne parliamo con Agostino Damiolini, presidente della neonata Atletica Concesio 2009. Buona la prima?
“Direi di sì, sui 13 km del percorso abbiamo registrato quasi 300 presenze gara. Il percorso è stato apprezzato per la sua spettacolarità, sebbene le piogge avessero reso particolarmente scivolosi i sentieri, soprattutto la salita in località Pantera. La gara ha visto l'affermazione di forti ed esperti atleti bresciani (vittoria per Franco Bani su Marco Zanoni e Cristian Badini), ma abbiamo avuto iscritti anche da Venezia, Trento, Milano, Bergamo e Verbania”.
Le impressioni degli atleti sulla gara?
“Sembravano sorpresi! Chi non conosceva il percorso si è stupito per le difficoltà riscontrate nella prima salita e nella parte terminale della discesa. Uno stupore che si è trasformato in soddisfazione al termine della gara”.
La soddisfazione maggiore?
“Per alcuni di noi vedere correre 300 atleti sui sentieri che sono stati per anni luogo di allenamento e scorribande più o meno serie, è stato come veder avverato un piccolo sogno. Con le scarse risorse a disposizione credo siamo riusciti ad offrire ai partecipanti un “taglio” un po’ diverso rispetto alle consuete gare. Questo è il percorso che vogliamo seguire, il giusto equilibrio tra competizione e divertimento”.
È filato tutto liscio?
“Tenendo conto che eravamo alla prima esperienza organizzativa direi che, a parte qualche particolare logistico da sistemare, non abbiamo ricevuto lamentele. Chi corre in montagna conosce i rischi e pericoli che corre, ma soprattutto conosce i propri limiti e non va oltre”.
Qualche ringraziamento particolare?
“Il merito del successo va condiviso con il gruppo Alpini di Concesio, la Protezione civile, gli sponsor e i volontari che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione”.
E ora?
“Ora avanti con le attività della Atletica Concesio 2009, ad iniziare dai corsi per ragazzi”.
Per la cronaca i migliori triumplini sono stati Riccardo Morandini dell' “Atletica Falegnameria Guerini” di Bovegno e Lucilla Boldori del gruppo “Sportland”.
Tito Tiberti |