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I titolari Marco e Franco Plebani |
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Una veduta della barricaia |
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Giornata piovigginosa. Per ravvivare la mia serata solitaria, ecco dal frigor una bottiglia di “bollicine”. Tolgo con calma gabbietta e tappo. Nel bicchiere le bollicine si moltiplicano e rincorrono con allegria. Sono molto persistenti. Il colore è giallo paglierino, allegro. Spuma bianca, evanescente. Perlage fine, persistente. Porto il bicchiere al naso: il profumo è evoluto, fruttato, ricordo la pera, la mela, frutta tropicale, ma anche la crosta di pane, il lievito e il miele di acacia.
Aspiro profondamente prima di portare il bicchiere alla bocca. Bevo e noto subito una buona acidità che rende il vino fresco e invitante. Il sapore è pieno, armonico, intenso. Provo un gusto persistente di agrumi e pera matura. La soddisfazione è piena.
Guardo l’etichetta. È un Brut Annata 2004, sboccatura settembre 2009, della azienda Il Calepino di Castelli Calepio, in provincia di Bergamo, vigneti nella valle dell’Oglio, proprio al confine con la Franciacorta. Alla prova dei fatti, si conferma una delle migliori firme del “Metodo Classico” in Lombardia. Del resto – leggo nella storia dell’azienda – già nel 1978 il fondatore Angelo Plebani stappava le prime bottiglie di “champenoise”, come si chiamava allora. Contemporaneamente, nella confinante Franciacorta, emergevano nomi importanti come Bellavista e Cà del Bosco. L’esperienza, dunque, serve, così come la perseveranza e la competenza. Tutte doti che oggi la bottiglia di Brut Il Calepino mi conferma. Così come – controllo poi – mi confermano i buoni giudizi espressi sul Calepino da tutte le principali Guide enologiche.
La pienezza di aromi e di gusti espressa dai Metodo Classico Calepino è spiegata dal fatto che ogni bottiglia ha alle spalle una maturazione sui lieviti che è almeno di 36 mesi. Il Brut che sto bevendo, Annata 2004, è stato in bottiglia 48 mesi prima della sboccatura. Il che vuol dire che questa azienda sta mettendo a frutto la propria esperienza, ormai più che trentennale, sulla scia della migliore scuola francese, secondo la quale la fretta di vendere non deve valere per lo Champagne: la maturazione in bottiglia, qui al Calepino, va da un minimo di 36 sino ad arrivare a 60 mesi. Regola che vale per le tipologie Brut, Non Dosato e Brut Rosé, ancor più per il Riserva Fra Ambrogio.
Qualità, prezzo, immagine: è la trilogia che caratterizza l’azienda Il Calepino, un nome che trasporta nel mondo del vino la nobiltà e l’immensa cultura di quel Fra Ambrogio dei Conti di Calepio che in questa zona visse nel secolo XVI ed è passato alla storia per aver scritto un’opera enciclopedica che per secoli fu consultata in tutto il mondo. Con un nome così (“Calepino” dal greco significa “bere bene”) e con professionisti che si dedicano alla vigna con tanto amore, l’azienda non poteva che avere un futuro brillante.
L’azienda – oggi retta dai fratelli Franco e Marco Plebani – produce anche degli ottimi Valcalepio Bianco Doc e Valcalepio Rosso Doc, insieme al “Kalòs”, una chicca super premiata, un Cabernet Sauvignon in purezza che si avvicina molto ai grandi vini Super Tuscans.
Chiudo con una frase emblematica che Angelo Plebani pronunciò il giorno della inaugurazione della nuova cantina, nel 1984: “C’era della predestinazione. Con il nome così, che da solo è un inno al bere bene, la Valcalepio doveva tornare nell’Olimpo dell’enologia nazionale. Sono lieto di essere stato uno dei primi, con il mio lavoro e la fiducia in questa terra, a riaffermare la civiltà del vino sulle colline orobiche”.
Roberto Vitali
Azienda vitivinicola “Il Calepino” di Franco e Marco Plebani
Via Surripe 1 - 24060 Castelli Calepio (BG)
Tel. 035 847178 - info@calepino.it - www.ilcalepino.it |