Francesco Guccini

Nel gennaio dello scorso anno, presentando dalle pagine di "VALTROMPIASET" un suo concerto nella vicina Piacenza, c'eravamo auspicati un suo ritorno nella nostra provincia ed il poeta di Pavana ci ha accontentati. Egli tornerà, infatti, ad esibirsi davanti al pubblico bresciano, da sempre innamorato di quest’inossidabile artista, dal fare burbero, ma sincero e coerente come pochi, capace, tramite i versi delle sue canzoni, di passare trasversalmente di generazione in generazione, senza che nessuno possa dargli, in alcun modo, del datato.

Guccini, in questo tour, non ha album d'inediti da presentare, bensì pescherà a piene mani in un repertorio ricchissimo di pezzi che hanno fatto la storia della musica italiana, partendo dall'album d'esordio, inciso nel 1967 ("Folk Beat n. 1") che pur non riscuotendo un successo di vendite, conteneva perle come "Noi non ci saremo", "Auschwitz", "L'atomica cinese" e "In morte di S.F.", meglio conosciuta come "Canzone per un’amica". E viene spontaneo chiedersi come possa essere stato un flop commerciale un LP di questo livello, ma poco male, l'artista non s'è certo perso d'animo e da allora ha regalato ad un pubblico sempre più vasto, decine di brani straordinari.
Il quasi settantenne Guccini, come dice nella sua "quattro stracci", non è solo "un tipo perso dietro le nuvole e la poesia". La sua poliedricità l'ha portato a scrivere libri,diventati best seller, come "vacca d'un cane" e "cittanova blues", ma anche a recitare in alcuni film, ricordiamo il barista di "Radiofreccia", diretto da Ligabue e le parti in "Io e Marlyn","Una moglie bellissima" e "Ti amo in tutte le lingue del mondo", di Pieraccioni. Ma noi continuiamo a preferirlo sul palco, con la sua storica band, ad "assumersi la bega di star lassù a cantare", perchè caro Francesco, tua madre avrà avuto le sue ragioni "a dir che un laureato vale più di un cantante", ma noi siamo contenti così.

Carla Bezerra e Dario Bettinsoli