Importanti, specialmente per i cacciatori ma anche e soprattutto per l’ambiente, sono le funzioni del Comprensorio C6 – come del resto ovviamente degli altri Comprensori di caccia - anche perché gestisce i territori di nove comuni della Valtrompia, da quello di Gardone V.T. a Collio, con Marcheno e Lodrino, Tavernole e Pezzaze, Bovegno, Irma e Marmentino. Dal Comprensorio partono le direttive gestionali in tema di attività venatoria, in sintesi il Comprensorio attua una sorta di federalismo venatorio. E da qui, da questa concezione della necessità cioè che la caccia, per quanto possibile, nelle zone, sia “gestita” democraticamente e direttamente dai cacciatori, che si è riscontrato un pesante malumore riguardo alle modalità con cui vengono indicati ed eletti i rappresentanti dei cacciatori nel Comprensorio, a cominciare dal fatto che non tutti i nove comuni facenti parte del Comprensorio vi sono rappresentati.
È Piero Zenti che si è fatto con noi portavoce della protesta, che a questo punto non è solo una questione campanilistica, ma una questione di vera e propria democrazia venatoria. Nulla da eccepire sul nuovo Presidente, per essere chiari, ma la rappresentanza territoriale, con tutto quello che poi ne consegue, dov’è? Sta bene naturalmente che i rappresentanti dei cacciatori siamo indicati e quindi espressione delle varie Associazioni venatorie, ma le scelte effettive dei candidati perché non si svolgono direttamente nei singoli comuni componenti il Comprensorio con libere votazioni? Solo così potrebbe essere garantita la rappresentatività territoriale. E solo così – è sempre Piero Zenti testimonial della citata proposta a parlarcene – non avverrebbe che gli eletti nel Comprensorio siano indicati e di fatto nominati dalle stesse Associazioni venatorie e da Enti come la Provincia o la Comunità Montana di Valle Trompia in base sostanzialmente ad accordi personalizzati e/o politici come sempre finora avvenuto.
Senza dimenticare – ricorda ancora lo Zenti – che il Comprensorio è un organismo di tutti i cacciatori e dovrebbe essere gestito in modo equo e democratico tenendo conto di tutti le forme di caccia e di tutte le passioni venatorie, ciò che invece in passato spesso non si è verificato.
È pur vero che si sono svolte parecchie prove con cani da ferma e da seguita, e ciò è buona cosa perché ha dato modo ai cacciatori anche di conoscersi e di scambiarsi le proprie opinioni. Ma il Comprensorio dovrebbe farsi promotore di più iniziative legate alla caccia, prendersi a cuore con più decisione la caccia e spingere sempre più gli stessi cacciatori a promuovere la caccia nella sua visione globale. Perchè ad esempio non organizzare una fiera degli uccelli cantori? Perché non una fiera del cane da ferma? O da seguita..?
Perché non darsi una bella scossa, caro Comprensorio?
Chi ha orecchie da intendere intenda, come si usa dire anche da parte dei cacciatori.
Silvia Filippi |