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 Nr.8 del 19/04/2010
 
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Vivida Ombra
La Mostra personale di Lamberto Melina alla Torre Avogadro in Via Torre a Lumezzane Pieve


  


Il titolo della mostra, Vivida Ombra, rappresenta compiutamente il tema svolto in ogni singola opera dell’artista, sia essa un olio, una grafica o una fotografia. 50 lavori, tutti realizzati negli ultimi due anni, che rappresentano una riflessione profonda sul tema dell’oscurità nel suo dialogo complesso e plurisignificante con la luce; un percorso ammaliante sia per la raffinata qualità estetica delle opere esposte, sia per la notevole capacità tecnica di Melina, sia per il contenuto poetico e filosofico delle opere e degli scritti presenti delle 10 sale della torre. Una mostra quindi apprezzabile su più livelli, godibile per gli occhi, intrigante e stimolante per la mente.

Di origini padane, talento naturale, Lamberto Melina ha sviluppato le sue innate qualità fin da giovanissimo. Lontano per indole dall’indottrinamento accademico, ha sviluppato negli anni una poetica personalissima, attraverso percorsi di crescita alternativi e la frequentazione di artisti di talento. Laureato in filosofia a Milano, art director e visual designer, critico ed editorialista, nei primi anni ’90 si dedica all’arte con trasporto e successo, esponendo in molte personali e collettive in Italia e all’estero. Nel ’95 chiude un ciclo e scompare dal mercato, fino al 2008. In questi anni di silenzio si dedica allo sviluppo interiore di stilemi e alla fondazione teoretica del proprio “agire artistico”, saggiando al contempo molteplici tecniche artistiche, dalla videoarte alla computer art, dall’arte materica alla fotografia, divulgando i risultati di questa ricerca sotto pseudonimo. Nel 2007, a conclusione del percorso concettuale e con la definizione ideale del processo tecnico di ostensione e della propria matura identità culturale e artistica, riappare sulla scena artistica con uno stilema innovatore, potente ed affascinante. A fine 2009 la prestigiosa rivista culturale della Mondadori Prometeo dedica a Melina una lunga intervista, in cui l'artista espone i fondamenti filosofici e progettuali del suo nuovo agire.

Il nuovo corso dei lavori di Melina ha la grande dote di rappresentare la semplice realtà o la “semplice presenza” come lui ama definirla, con reminescenze filosofiche esistenzialiste, innervandola di sensi e simbologie a mezza via tra conscio e subconscio. L’oscurità, densa e assoluta, da cui emergono i suoi soggetti è il mediatore di questa ricchezza semantica che supera di schianto la falsa messinscena dell’arte spazzatura e decorativista che riempie gallerie e fiere.
“La tecnica è un importante veicolo di senso che io perfeziono in modo ossessivo col fine dichiarato di renderla vana e superata. Utilizzo la tecnica manuale per ri-creare la natura in senso ontologico, non quindi una ri-copia, ma una decostruzione che rigenera in senso ermeneutico”. Qui sta il punto di partenza e d’arrivo di Melina, la sua “rivoluzione ideologica”: i volti, gli oggetti, isolati e nascosti dall’oscurità, emergenti e solitari, provenienti o essenti in chissà quali momenti o luoghi, appaiono semplicemente ostentati, eppure quando li si guarda emanano vibrazioni vitali che non sono semplicemente quelle che noi vi immettiamo da osservatori, ma rimandano arricchiti e complicati i nostri sguardi. La straordinaria tecnica ci fa superare il limite pellicolare, superficiale dell’oggetto artistico e si cerca oltre, penetrando l’oscurità, di rimando a quegli occhi che generano e riflettono, disgregano e ricreano, coinvolgendo in una catarsi che ammalia e conturba. Il risultato di questo processo che avvinghia e sconvolge l’osservatore è quella che Melina chiama la formulazione di un “teorema metaforico” ovvero la creazione di una poetica, ma non banalmente una poetica del “bello”, ma una poetica del fluire, che non trascura l’emozione, ma che predilige l’intelletto o quello che ne sta appena sotto. “L’attonita sospensione inespressiva dei soggetti umani - scrive Melina - o l’isolamento dal contesto degli oggetti, genera una comunione referenziale tra opera e osservatore, in cui il ‘vedere come’, l’interpretare, diventa una esperienza-atto creativo che moltiplica i significati e sviluppa autonome poetiche in grado di riscrivere il reale”. Le opere di Melina quindi compiono un percorso, che dalle origini stilemiche seicentesche ci proiettano alle soglie della psicanalisi, incarnandosi e dibattendosi con forza nella mollezza culturale odierna.
Un’arte militante, una speranza di rinascita. Vera.

Nell'ultimo anno Lamberto Melina ha esposto alla Rocca Sanvitale a Fontanellato (Pr), al Complesso Sant'Andrea al Quirinale a Roma e al Palazzo Valmarana Braga, Vicenza. Ha esposto inoltre nelle più prestigiose fiere internazionali d’arte: Innsbruck, Gand, Londra, Milano, Verona, ecc. Melina conta inoltre varie personali e collettive in gallerie tra cui la Galleria Reartuno Studio di Brescia sua attuale galleria di riferimento.


Patrocinata dal Comune di Lumezzane, Assessorato alla Cultura la mostra è visitabile (fino al 25 aprile) il venerdì dalle 18 alle 22, il sabato dalle 15 alle 22, la domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 22. In altri giorni la Mostra è visitabile su prenotazione (Sito internet: www.lambertomelina.com Posta: info@lambertomelina.com)


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