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Ci si deve muovere con decisione sul fronte della sburocratizzazione e della semplificazione legislativa a tutto favore delle piccole e medie imprese artigiane e commerciali. Ma non bisogna certo immaginare di affidare questo compito a chi oggi gestisce la burocrazia. È illusione che possano essere i burocrati a sburocratizzare. Devono essere le categorie le quali possono dare indicazioni operative immediatamente spendibili. Mattinzoli non ha dubbi sul fatto che è semplicemente assurdo che arrivino a ben 52 le procedure per dar vita ad un’attività economica. I dati già in possesso della Pubblica amministrazione non devono più essere chiesti, continuamente essere richiesti ai cittadini. Ed occorre anche semplificare affinché le imprese restino in Italia e non siano “costrette” ad investire all’estero. È chiaramente anche il problema della tassazione, troppo spesso non adeguata. Occorre cioè che vi siano le condizioni concrete perché le imprese possano far reddito in Italia in tempi certi salvaguardando così l’occupazione. E non si parla solo di emigrazione verso i paesi in via di sviluppo, ma anche verso concorrenti europei. Bisogna investire sul futuro facendo rimanere le imprese sul territorio: emblematico (in negativo) è addirittura è oggi la FIAT che fa il 50% del suo fatturato fuori confine.
Sburocratizzare, semplificare, salvaguardare l’occupazione significa - per il Presidente Mattinzoli - immaginare un paese nuovo, da riformarsi strutturalmente, con classe politica e dirigenziale nuova che derivi da un efficiente sistema di scuole di pubblica amministrazione: è il tema caldo della formazione della forza lavoro. Le nostre scuole – ricorda Enrico Mattinzoli - sono ancora troppo legate ai mestieri tradizionali. Oggi serve invece un salto di qualità per preparare i giovani alle sfide di domani. Le imprese ci chiedono persone competenti sul marketing, sulle dinamiche dei mercati esteri, sulle nuove tecnologie, sulla tecnologia per il risparmio energetico… E purtroppo anche nei Centri di Formazione Professionale ci si preoccupa ancora troppo poco delle nuove professionalità. I temi – sempre secondo Mattinzoli – sono da affrontare tutti insieme, con un salto di qualità per le nuove sfide. Ed ancora una volta il tema della sostanziale “inutilità” dei Centri per l’Impiego attraverso i quali solo il 3% trova un lavoro. Tagliare quindi le inefficienze e mettere in atto una verifica costante dei risultati attesi a fronte delle risorse investite sia in termini di contributi che degli stessi investimenti.
Resta prioritario – per Mattinzoli – il tema del rafforzamento della rappresentanza della Piccola e Media Impresa. A Brescia, in quest’ottica, sono già stati anticipati i tempi ma, seppure sia difficile mettere insieme tante “teste”, bisogna dare vita ad un “Comitato Unitario delle PMI” che sia unico interlocutore ad esempio sui problemi del credito alle imprese. Basta frammentazione di sigle, occorre fare sintesi. Il che non significa annullare o scogliere l’esistente, ma dar vita da subito ad un “pensatoio comune” sul modello della Confindustria, perché i problemi sono gli stessi, gli obiettivi sono gli stessi ed allora bisogna avere la consapevolezza che “insieme” si diventa più autorevoli.
Piero Gasparini |