Il progetto teatrale “Le ore non si contano” nasce dalla voglia di ricordare tutte quelle adolescenti lavoratrici che, nel periodo tra gli anni trenta e gli anni cinquanta, partirono dalle loro case, dai loro paesi della valle per andare a prestare servizio nelle case dei signori benestanti delle grandi città.
Il TrEATRO ha raccolto racconti e testimonianze di alcune donne del territorio della Valtrompia che in prima persona hanno vissuto questa esperienza. Partendo dalle interviste, si è cercato di cogliere le emozioni, i sentimenti e le impressioni provate all’arrivo nella grande città e di apprendere informazioni sull’accoglienza ricevuta, la giornata lavorativa, gli incontri particolari, gli aneddoti, i cambiamenti personali provocati da questa situazione e gli eventi storici che hanno incrociato la vita quotidiana.
Ci sono ore lunghe, che non finiscono mai.
Sono le ore delle ragazze, delle bambine, che lasciano il paese, quello con le case basse e le cose che si fanno piano piano, (senza fretta, perché il tempo è l’unica cosa che non manca al paese). Partono per andare a servizio e raggiungono la città con i palazzi e le persone che corrono sempre e loro non ci tengono dietro.
E così si viaggia fra i ricordi di Nora di Marmentino che nel 1945, domestica in una casa di industriali a Milano, vide “appendere il duce dal balcone della sala da pranzo” o di Maria di Noffo, che nata in un posto meraviglioso dominato da montagne e vallate, ricorda di essere partita perché “i panorami non si mangiano”.
Queste sono storie del nostro passato prossimo, ma anche del nostro presente.
Baste cambiare i nomi: Luigina diventa Debora, ragazza alla pari finché va all’università, e Rosi è Irina, Olga, o Nadja, badante e colf. E poi ritornano Teresa, Rosina, Maria e Rina.
Il tempo si confonde e allora il passato diviene una lente efficace per vedere il presente. Una storia attuale, che non appartiene solo al mondo di allora ma arriva dritta ai giorni nostri trasformandosi in una riflessione sul destino umano.
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