Davvero un bel rullino di marcia. Non c’è che dire. Da quando è arrivato Serse Cosmi come allenatore delle rondinelle si sono succeduti interessanti accumuli di punti. È dai possibili (non più citabili) play out si cominciano già a vaneggiare a piene voci i play off. Che strano mondo quello del calcio! E che strano davvero questo nostro Brescia! Un Brescia da batticuore. Sempre. Un Brescia anche da simil-infarto come quando rifila i tre storici gol a madama la Juventus o un Brescia da ansia elevata come quando, sabato scorso al Rigamonti, vince col Piacenza – seppur con un solo gol di scarto – ma riesce a farti arrabbiare perché fino all’ultimo minuto o non sa chiudere la partita o ti dà l’impressione che gli avversari te la possano far sporca in qualsiasi istante.
Ma i dati assicurano che viaggiamo col vento in poppa e allora tutti, senza urlare troppo, a soffiare nella direzione giusta, verso i play off. E senza pronunciare la fatidica parola: Serie A. Perché siamo fatti così. Noi tutti. Da chi scrive a chi scende in campo a chi tifa. Abbiamo la capacità di illudere e di illuderci a vicenda. Abbiamo la caparbietà di credere, o almeno di sperare, in un obiettivo che un attimo prima non esiste. E che non esisterà. Perché basterà una frenata sabato prossimo con il Frosinone per cancellare il senso e la gioia di tutte queste parole. O perché basteranno i tre punti incamerati nel dopo partita per urlare al miracolo. E per santificare il mister dal cappellino: Serse Cosmi. San Serse: lo volevano già santificare sabato scorso inneggiando a lui gli ultras del Brescia e invitandolo - a striscioni rigorosamente inalberati fuori dello stadio – a firmare un contratto eterno con Corioni, il quale del resto – già dopo la vittoria col Piacenza – non negava di volerselo tenere per 10 anni. Così è il calcio. Così è il bello del calcio. Anche quando ti amareggia per la sconfitta. Non certo quando non è più calcio, ma calcio…poli.
Piero Gasparini |