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venerdì 22 novembre 2024 | 09:20
 Nr.18 del 15/11/2010
 
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Siamo messi male?
Sì, forse molti lo penseranno sentendo continuamente parlare di ozono collegandolo al famoso buco, o di Pm 10

Pm 10, che non è proprio un prototipo di autovettura sportiva o del più famoso e invisibile biossido d’azoto non sempre chiarisce di che cosa stiamo in effetti parlando. Stiamo invece parlando di quello che in un modo o in un altro ci tocca proprio tutti dentro e fuori delle nostre abitazioni nei nostri luoghi di lavoro, così come soprattutto in macchina mentre ci portiamo a lavoro o quando accompagniamo i nostri figli o nipoti a scuola e così via. E cioè di quello che respiriamo proprio di quell’aria indispensabile alla nostra esistenza che è divenuta sempre più irrespirabile o comunque malata, come dell’acqua divenuta oggetto in questi ultimi anni delle prime vere battaglie sul suo utilizzo e della sua importanza tanto da farne terreno di confronto come si diceva tanto da farla diventare per la sua esauribilità fonte di reddito e di forza politica soprattutto in un contesto internazionale, proprio mentre da noi se ne consuma troppo e male.
Ma torniamo agli ultimi dati raccolti da Legambiente e da Ambiente Italia proprio nella città di Brescia e provincia con una percentuale di polveri sottili Pm10 (di cui ora chiariamo il significato della formula) che rendono l’aria, insieme anche alle emissioni di biossido di azoto, quasi irrespirabile almeno in alcuni punti particolarmente trafficati della città e dell’interland cittadino dove sono più accentrate attività industriali, non dimenticando anche del sempre più grave rischio ozono.
Non dobbiamo però considerarci in zona rischio visto anche le altre realtà nazionali, ma certamente un grido di allarme per una situazione che nei prossimi anni non sembra dover migliorare bisogna pur lanciarlo, così come ben sperare può essere il dato su di un altro fronte che è il nostro sistema di depurazione delle acque. Un dato quest’ultimo che ci pone al secondo posto in Italia. Quindi da una parte risultati negativi ma dall’altro qualche significativo dato che incoraggia a porsi delle domande ma soprattutto, per il benessere dell’intera collettività, a porre in essere strategie risolutive sul problema del traffico.
Come il cambio di rotta sull’incremento delle nuove fonti energetiche, come il fotovoltaico, come un miglior utilizzo dell’acqua anche e soprattutto nell’uso civico, come l’ampliamento più che la riduzione delle aree verdi nella città, come l’incentivazione al contempo di nuove e più sicure piste ciclabili, come l’utilizzo almeno per alcuni mesi dell’anno della bicicletta o della moto non solo per un minor inquinamento ma anche per decongestionare lo stesso traffico.
Insomma il cammino non è in discesa, ma con la giusta informazione, anche e in particolar modo iniziando nelle scuole, da sempre bacino di orecchie e occhi, per porre un fine ad una questione che da problema per tutti si potrà con il giusto impegno e con le giuste strategie trasformare in risorsa per un obbiettivo di sicuro interesse per tutti noi e per le generazioni che verranno.
E così come in una pagella, dove ad un brutto giudizio riparando a ciò che non è andato e colmando le lacune che si sono incontrate, si cercherà di riscattarsi per un voto e un risultato più soddisfacenti di quello che oggi non ci rende così sereni come sarebbe giusto che sia.

Romolo Iovinelli


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