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Ecco quello che il Sindacato Panificatori della provincia di Brescia ha chiesto alla politica nazionale attraverso una lettera aperta indirizzata ai parlamentari bresciani, senatori e deputati, di ogni schieramento. L’obiettivo, infatti, è quello di stabilire la parità di condizione, nello specifico di costi fiscali e regole igienico-sanitarie e contratti di lavoro, per tutti i soggetti che vogliano produrre panetteria fresca.
Alla base della decisa presa di posizione del Sindacato Panificatori c’è il decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze del 5 agosto 2010 (G.U. n 212/2010) che pone la produzione di panetteria fresca (codice ATECO 10.71.1) tra quelle inserite nell’elenco delle attività produttive a reddito agricolo. “Un provvedimento – ha spiegato il presidente provinciale Gianmaria Piantoni – che inserendo questa attività tra quelle soggette a tassazione agricola crea una gravissima disparità di trattamento fiscale a danno delle aziende artigiane di panificazione e che rischia di portare significative distorisioni della concorrenza e quindi del mercato”. A sostegno di questa tesi i panificatori hanno sottolineato come “la tassazione per gli agricoltori sia forfettaria e si fermi al 15% circa. Quella per le imprese di panificazione artigianale tra imposte dirette e indirette arriva al 52% sul reddito trasformato”. Quello che la categoria cerca, in estrema sintesi è “la base di ogni economia di mercato, cioè l’uguaglianza davanti allo Stato e al Fisco”.
I panificatori bresciani intendono sottolineare di essere sempre stati “favorevoli alla libertà di impresa e di mercato e quindi anche alla possibilità che chiunque possa intraprendere l’attività di panificazione, purchè tutto questo avvenga nel rispetto delle norme igienico-sanitarie stringenti per il settore, delle disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro e anche delle normative specifiche in tema di contratto per coloro che operano nel settore”.
Nella missiva diretta ai parlamentari bresciani, il sindacato dei panificatori ha chiesto anche un impegno perchè “l’atteso regolamento attuativo della legge 248/2006 arrivi presto”. Si tratta, infatti, di una legge che “liberalizza l’attività di panificazione ma prevede in modo inequivocabile dei criteri per l’individuazione del pane fresco e di quello conservato con l’obiettivo di dare una corretta informazione ai consumatori e valorizzare il pane fresco italiano”.
La Fippa, federazione nazionale dei panificatori in cui il sindacato bresciano si riconosce, ha già avviato procedimenti in sede amministrativa contro il provvedimento e spera in un’azione corale della politica che realmente favorisca la tutela delle eccellenze e delle produzioni di qualità. |