Sig. Direttore
L’unico “mestiere” che non richiede requisiti specifici è l’educazione dei figli.
Ad ogni notizia di cronaca che li riguarda compare invariabilmente accanto ai genitori una folla di pseudo-esperti: nonni, medici, religiosi che si diplomano da soli, che dichiarano la loro magica ricetta infallibile per ovviare ad errori che possono avere gravi conseguenze. Possono essere consigli validissimi, ma il risultato è quello di aumentare ulteriormente la confusione dei genitori, già impegnati a sostenere un ruolo difficile.
In un periodo di grave crisi che si riflette in tutti i settori, i giovani sono sottoposti a ritmi di vita frenetici, purtroppo basati su grandi incertezze.
Con la minaccia del crollo dei valori, con violenze quotidiane a cui assistiamo involontariamente, i giovani appaiono frastornati e diventano spesso aggressivi, poiché da violenza nasce violenza.
In alcuni casi non basta l’affetto dei genitori, oberati come sono da impegni lavorativi che non possono essere accantonati.
La violenza che è ormai abituale e che talvolta si riscontra già nella primissima infanzia, richiede un valido supporto familiare e psicologico.
Bisogna innanzitutto instaurare con il ragazzo un dialogo aperto e affettuoso cercando di risalire alle origini del disturbo e d’individuarne le cause scatenanti.
Il percorso richiede a volte molto tempo.
Spesso il giovane diventa aggressivo quando il clima familiare è particolarmente teso o quando il dialogo è ridotto a frammenti di frasi per mancanza di tempo.
Tutti sanno e tutti instancabilmente ripetono è che ciò che un ragazzo psicologicamente richiede è l’affetto e l’interesse dei genitori. Purtroppo si rivelano insufficienti quando i problemi sorgono e ingigantiscono,
se non si pone un tempestivo rimedio, al di fuori delle mura domestiche.
L’educazione moderna è quindi un compito gravoso. Ad accrescere l’impegno non bisogna dimenticare che i genitori si sentono o vengono spesso colpevolizzati, ma è proprio la loro colpevolizzazione che indebolisce le loro già fragili, vacillanti certezze e ne riduce l’efficacia educativa.
A cura di
Adriana Zagnagnoli |