Con il disegno, diceva quello che pensava……E tutti noi, insegnanti e alunni, conserviamo molti suoi pensieri: li regalava con generosità, quasi con pudore. Era un talento naturale e vederlo disegnare suscitava sempre meraviglia. È stato amico sincero e leale, persona libera, capace di prendersi gioco della vita con leggera ironia, consapevole, comunque, del limite che essa impone.
A noi piace ricordarlo così: quando varcava l’ingresso della scuola, mani in tasca, capo chino, passo altalenante, sguardo vivace e sornione, o quando allestiva i grandi pannelli a tema che immancabilmente gli richiedevamo, concentrato e scorbutico… Li abbiamo appesi, adesso, nell’auditorium, ma non è più come prima. Nel ricordo affiorano un suo travestimento bizzarro, una battuta salace, mai volgare però, uno schizzo alla lavagna, invito ad una cena tra colleghi.
Ci manca molto.
I colleghi della scuola media “Dante Alighieri” di Lumezzane Pieve
Ciao Leo, penso a te in questi giorni e ti vedo guerriero, sherpa e pirata. Guerriero! Come i pellerossa che hai disegnato sul libro di Jo, fieri e orgogliosi di essere figli della Madre Terra, saggi e fatalmente spaventati dagli insulti all’equilibrio ancestrale di questa nostra esistenza.
Sherpa! Con il tuo carico di storie e sentimenti raccontati con la china e i colori. Pirata! Con le vele maestre controcorrente e il baule del tesoro, vuoto d’oro, ma colmo di esperienze, di sogni ed emozioni. Non ho mai parlato a lungo con te, ma ti ho ascoltato osservando le tue cose.
So che resti in quello che ci lasci, e ti incontrerò ancora, quando il vento spettina i monti nelle fredde mattine d’inverno. Un abbraccio di cuore.
Massimo “Mahem” Pintossi
Ha ragione “Mahem”, quando scrive: “So che resti in quello che ci lasci”, niente di più vero.
I tuoi disegni sui seimila e rotti volumi distribuiti nelle scuole medie e superiori, sulla più bella avventura dell’ultimo secolo in Valtrompia (la Resistenza) saranno alcuni tra i tanti tangibili ricordi del tuo essere artista. Non ne hai firmato uno, convinto che l’illustrazione bastasse a se stessa. Avevi la modestia degli intellettuali più capaci. Capaci di scoccare i propri capolavori lontano, senza curarsi di controllare se mai avessero colpito il bersaglio. Nel libro “Leggenda di Lupo che corre”, hai dato vita e corpo, più che alla formidabile impresa di Roberto Ghidoni, alla dolorosa odissea dei nativi americani, e di questo, credimi, gli spiriti dei leggendari capi pellerossa te ne saranno eternamente grati. Recitava Amleto: “Ci sono più cose in cielo di quante noi ne possiamo immaginare”. A me piace pensare che tu ora stia cavalcando nelle ”verdi praterie” accanto a Cavallo Pazzo, Toro Seduto, Nuvola Rossa.
Grazie Leo, amico sincero e artista resistente, per tutto quello che ci hai lasciato, e arrivederci “Per altre Resistenze, sotto altri cieli”.
Giuseppe “Jo” Dallera
Le chiacchierate a scuola, gli scherzi, le discussioni, la caricatura che non ti ho lasciato fare… proprio quel giorno!... i progetti per la vecchiaia, le scarpette rosse, le cose serie……
Hai sempre avuto una parola per me, un consiglio, una tirata d’orecchie. Grazie di essere stato mio Amico.
Aurora |