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Attrazione fatale
La "bola", in spagnolo "palla", è un'arma da caccia. Anche da guerra. È costituita da tre corde ai cui estremi sono legate tre pietre avvolte nel cuoio


   ''Bola spider'', un ragno ''bola''


Con gli stessi movimenti che si usano per il "lazo", il cacciatore le fa roteare sulla sua testa, tenendo in mano una delle sfere litiche. Le bolas sono usate, in particolare, dai cavalieri delle pampas argentine. Una volta lanciate, le bolas si avvinghiano al collo o alle zampe dell'animale cacciato, mentre le palle colpiscono duramente la vittima per inerzia, immobilizzandola.
Usata come arma da guerra, la bola era diffusa tra gli araucani, gruppo di tribù del Cile di cultura peruviano-preincaica. O tra gli esquimesi e i cukci, nelle isole Gilbert e in Nuova Zelanda.
In natura, questa arma sudamericana è usata anche da un ragno del genere Mastophora Bisaccata. Le femmine di questi insetti della classe degli Aracnidi sono abilissime nel catturare le falene, e perciò sono detti anche "ragni bola" perché, nell'acciuffare le loro prede, si destreggiano similmente ai cavalieri delle pampas argentine.

Appartengono agli Aracnidi circa 50 mila specie. A diffusione (quasi) cosmopolita. Sono presenti dal livello del mare sino a 7 mila metri di altitudine. In tutti gli ambienti: dal deserto alle foreste, dalle caverne alla abitazioni umane e persino nell'acqua. La Mastophora Bisaccata è una delle specie di ragni che cacciano la preda servendosi della tela come di una trappola, e fanno scarsissimo uso della vista. Se vengono sperimentalmente accecati, mostrano di poter ugualmente costruire la tela e avvertire e catturare la preda in essa caduta; ciò dimostra che essi fanno uso di un senso di orientamento cinestetico (provocato dal movimento), che serve più della vista. Al contrario, i ragni che cacciano attivamente la preda rincorrendola o balzandole addosso, hanno vista acutissima che permette loro non solo di avvistare la preda a 15-20 centimetri di distanza, ma di giudicare se essa è o meno un cibo gradito.
Un filo disposto a spirale e cosparso di sostanza vischiosa serve per impaniare la preda. I ragni costruiscono un imbuto dalla cui bocca si diparte una tela. L'aracne soggiorna nell'imbuto pronto ad accorrere sulla tela non appena una preda vi incappa. Bottino che poi viene impastoiato con la seta. Diffusi in tutto il mondo i ragni, se sono sedentari, si avvalgono delle tele per cacciare. Quelli erranti aspettano la preda al varco e possono balzarle addosso o prenderla per così dire al laccio, gettandole un filo di seta che la blocca momentaneamente sino a che il ragno, con un balzo, le è sopra.

Le femmine Mastophora tessono un filo setoso. Alla sua estremità c'è una goccia appiccicosa. Una sorta di bola, insomma. Appare la preda. Il ragno fa oscillare il filo sino a che la farfalla notturna non vi rimane invischiata. Poi essa viene racchiusa in un bozzolo: verrà mangiata in seguito. Ma c'è un problema: la gittata dell'arma è scarsa. Allora, per adescare la preda, il ragno usa un sotterfugio: produce ed emette sostanze chimiche simili ai feromoni. Sono le sostanze chimiche secrete per coordinare e influenzare la riproduzione, lo sviluppo o il comportamento di altri individui di una medesima specie. Le falene femmina usano i feromoni per attirare i maschi. Questi, che sentono nell'aria sino ad una distanza di 4-4,5 chilometri il richiamo sessuale delle loro compagne notturne, si precipitano. Poi, quando arrivano essi scoprono, a loro spese, che si tratta di una trappola. Mortale, naturalmente.

Ermanno Antonio Uccelli


Dida: "Bola spider", un ragno "bola"


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