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È con quest’amara considerazione che il Presidente dell’Associazione Artigiani, dott. Enrico Mattinzoli, ha aperto l’annuale assemblea dei soci dell’organizzazione di Via Cefalonia che ha approvato il bilancio consuntivo 2010 e quello preventivo 2011.
Una posizione, quella di Mattinzoli, maturata alla luce dell’attuale situazione: “Stiamo faticosamente cercando di recuperare quello che è stato perso nel 2008 e soprattutto nel 2009. Non possiamo ancora parlare di una vera e propria ripresa e il segnale più evidente di questo è che l’occupazione, neppure nelle piccole imprese, ha fatto segnare significativi miglioramenti”.
Il Presidente dell’Associazione Artigiani proprio sul tema dell’occupazione ha voluto rispondere a quanto recentemente espresso da esponenti della politica e delle organizzazioni: “Non è vero che non si trova personale. Il problema è che non si trova personale qualificato oppure disposto a lavorare per stipendi modesti”.
Una questione che secondo Mattinzoli riporta in primo piano il tema della formazione: “Oggi chi esce dalla scuola non è nella condizione di essere impiegato in azienda e l’apprendistato, così come è strutturato oggi, non è sostenibile per le piccole e medie imprese”. Sarebbe invece auspicabile “ispirarsi al modello francese in cui sono previsti sulla settimana tre giorni a scuola e due giorni in azienda, con la possibilità che il ragazzo abbia un piccolo stipendio, ma senza che l’impresa debba caricarsi di tutti i contributi come per un dipendente. Un modello che permette di avere il 98% degli occupati alla fine della formazione”.
Ma l’analisi di Mattinzoli è più ampia: “Il mercato interno è fermo e la piccola crescita del Pil è figlia delle esportazioni. Nel nostro settore per fare realmente export è necessario fare sistema, ma anche poter contare sulle istituzioni. I nostri competitors europei che hanno fatto profitti all’estero non hanno prodotti migliori, ma strutture che sostengono anche le piccole imprese, che organizzano reali occasioni di promozione”. Secondo il Presidente dell’Associazione Artigiani è necessario “imporre che non si sprechino finanziamenti pubblici in piccole iniziative che non portano reali benefici, ma costituire un unico ente che possa studiare un sistema organico di reale promozione dell’eccellenza italiana”.
Decisivo per il rilancio pure il ricambio generazionale: “Dobbiamo avere il coraggio di lanciare giovani preparati nelle posizioni chiave, di aprire la strada al cambiamento a tutti i livelli perché un paese che non si rinnova è destinato alla deindustrializzazione.
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