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Parlare di lavoro è oggigiorno una faccenda delicata: da una parte il pubblico dibattito in materia sembra evidenziare innumerevoli occasioni di confusione e contrasto quasi ad alimentare un’infinita ed inconcludente polemica; dall’altra un intricato panorama di offerte formative non perfettamente definite ha prodotto una vasta schiera di individui le cui competenze sembrano essere inidonee a salvaguardare la persona dal pericolo della disoccupazione, fatto che spaventa, a ragione, ogni buon genitore.
Parlare di lavoro vuol dire parlare di figli, famiglie e, ci teniamo a sottolinearlo, di civiltà, dunque riteniamo sia giusto sottoporre all’attenzione dei lettori l’interessante caso di un piano di crescita professionale di grande successo, concepito tenendo conto di tutti quei fattori che concorrono alla riuscita di un ambizioso progetto di lavoro.
Si tratta del corso TIMA (acronimo di Tecnico dell’Industria Meccanica Armiera) organizzato dall’Istituto Superiore “Carlo Beretta” di Gardone V.T. all’IPSIA “Beretta”, grazie al lavoro del Comitato Ristretto di cui fanno parte il Dirigente scolastico Prof. Luciano Tonidandel, la coordinatrice Prof.ssa Candida Sidoli, il sig. Luca Rizzini Vicepresidente del Consorzio Armaioli Italiani ed il Dott. Lorenzo Cattoni Responsabile dei servizi socio-culturali della Città di Gardone V.T.
Uno dei principali problemi relativi all’organizzazione di un corso formativo consiste, prescindendo dagli aspetti prettamente tecnici della materia affrontata, nel trovare il modo di conciliare determinate scelte con le potenzialità, in termini di risorse materiali ed umane, del territorio, con le caratteristiche di un particolare contesto storico-economico e con le concrete necessità espresse dai rappresentanti delle più importanti entità del mondo delle professioni. L’unione delle forze può rappresentare la chiave di volta per risolvere un problema delicato. Ecco il motivo per cui il progetto TIMA è, in tal senso, un esempio icastico: la sua elaborazione nasce dall’incontro tra alcune delle realtà organizzative più efficienti a livello locale e nazionale ed anche da uno slancio sinergico tra soggetti industriali che, pur trovandosi in regime commerciale di concorrenza, ben conoscono l’importanza di investire nelle risorse umane del territorio nel quale sono inserite. Parliamo, nella fattispecie, dei maggiori rappresentanti del distretto armiero bresciano nei nomi delle aziende consociate nel Consorzio degli Armaioli Italiani e della Fabbrica d’Armi “P. Beretta” SpA che finanziano il progetto TIMA, insieme con la Città di Gardone Val Trompia, la Provincia di Brescia, la Confartigianato e la Camera di Commercio di Brescia. Il corso si tiene presso la sede dell’IPSIA “Beretta” ed è riservato agli alunni del Professionale. Le lezioni sono tenute da esperti del settore, in collaborazione con docenti dell’Istituto. In termini didattici il progetto del quale parliamo rappresenta l’anello di congiunzione tra i normali corsi scolastici di meccanica e l’iter formativo che un operatore di banco del settore armiero affronta al momento dell’impiego: le competenze professionali raggiunte con la frequentazione del corso triennale ricalcano dunque in modo aderente le necessità tipiche delle aziende manifatturiere dedicate alla produzione di armi sportive e costituiscono il punto di partenza imprescindibile di una carriera professionale all’interno del contesto economico-imprenditoriale valtrumplino la cui esperienza in materia è plurisecolare. I corsi privilegiano lezioni pratiche che si svolgono in un laboratorio riservato esclusivamente al corso, alle quali vengono affiancate lezioni teoriche relative a tematiche quali balistica, legislazione, storia delle armi, maneggio e sicurezza. Il percorso è arricchito da numerose visite ad aziende e realtà espositive del settore, così da fornire agli studenti un’approfondita conoscenza di tutto ciò che il territorio offre. La professionalità dei docenti e la passione dei giovani che si avvicinano a questa realtà hanno fatto sì che, negli anni, gli studenti dell’IPSIA “Beretta” siano stati apprezzati per la qualità della loro formazione e siano stati con soddisfazione inseriti nelle realtà produttive della Valle e della provincia di Brescia. Abbiamo precedentemente scritto che i confini naturali della Val Trompia rappresentano, sotto alcuni aspetti, dei confini culturali ed in questa sede confermiamo il senso positivo della nostra affermazione sottolineando il fatto che più di una volta siamo stati diretti testimoni di esternazioni ed azioni, da parte delle personalità più importanti del distretto armiero, il cui minimo comun denominatore consiste senz’altro nell’attaccamento ai luoghi natii. Da parte di soggetti che, nei limiti del ragionevole, hanno fatto del proprio mestiere di artigiani ed industriali uno stile di vita, un progetto rivolto al lavoro è da interpretare senz’altro alla stregua di un gesto d’amore verso i propri concittadini e verso le rispettive famiglie le quali, direttamente e non, vivono grazie al settore meccanico manifatturiero in generale ed a quello armiero nello specifico.
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