Quante volte abbiamo detto o sentito dire …. “gò el mal de’ skèna”, ovvero la lombalgia ….il dolore diffuso all’area lombare, con crampi ai muscoli dorsali ….
Coloro che hanno avuto un primo episodio di “mal di schiena” sono soggetti a ricadute; naturalmente subiscono ricadute più frequentemente coloro che sono continuamente esposti agli stessi fattori di rischio, non imparano a difendere la loro colonna vertebrale e non modificano il loro stile di vita.
Solitamente la lombalgia insorge improvvisamente, la fase acuta dura un paio di giorni e fino a pochi anni fa veniva curata con riposo a letto, antidolorifici e miorilassanti; si temeva infatti che mantenere in carico una colonna sofferente rallentasse la guarigione.
Ora la medicina basata sull’evidenza, non ritiene più opportuno il riposo a letto, ma sostiene che l’inattività prolungata produca effetti negativi su tutte le strutture del rachide: i muscoli si indeboliscono, i legamenti diventano fragili, le ossa vanno incontro a osteoporosi, le cartilagini degenerano e la nutrizione del disco è scarsa.
Le strutture del rachide sono fatte per il movimento e hanno bisogno di movimento per mantenere la piena efficienza e funzionalità.
La prevenzione alla lombalgia si adopera attraverso l’uso corretto del rachide, stare in attività, evitare di mantenere a lungo posture statiche e sedute, acquisire l’abitudine a svolgere un’attività motoria.
Ma che cosa significa stare in attività?
Significa svolgere le normali attività motorie quotidiane, lavorative, del tempo libero, ricreative e sportive. Tuttavia i movimenti eseguiti scorrettamente, aumentano il mal di schiena; pertanto l’uso corretto del rachide permette a chi non possiede una colonna perfetta, di condurre una vita pressoché normale senza alcun dolore.
È consigliabile …tuttavia sottoporsi a visita specialistica e accertamenti clinico diagnostici mirati per chiarire la situazione muscolo-schelettrica e radicolare della colonna vertebrale.
Una volta risolta la fase acuta con riposo e fans al bisogno, si programma un graduale percorso riabilitativo.
Nella prima fase si agisce sul dolore e l’eliminazione delle contratture muscolari residue, con l’aiuto della terapia fisica strumentale e manuale …
Nella seconda fase quella più importante e delicata … s’individua e si corregge l’eventuale atteggiamento posturale vizioso, l’eliminazione dell’anello debole nelle catene muscolari, al fine di ricreare la simmetria negli emilati per una migliore distribuzione dei carichi e una fluidità articolare globale … Ricordate che il dolore causa rigidità e la rigidità porta al dolore!
La terza fase (se necessita) sarà mirata ad uno studio podobarometrico (il piede), occlusale (denti), oculare …
Per ogni informazione l’ambulatorio medico fisioterapico “don piotti” è a vostra completa disposizione …..
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