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La vicenda alla quale ci si riferisce nell’intervista ha per cornice spaziale il paese di Rivolta d’Adda nel cremonese dove ogni anno, nel mese di febbraio, ha luogo una manifestazione agricola intitolata a Santa Apollonia. La locale sezione Fidc è da anni attiva nell’organizzazione dei festeggiamenti, in occasione dei quali promuove l’arte del tiro a segno: quest’anno però i molti avventori non hanno potuto lasciare che i propri figli partecipassero alla consuetudinaria gara di tiro con carabine di libera vendita ad aria compressa. Il Signor Maurizio Valeri dunque, oltre a ribadire l’impegno proprio e dei colleghi a non deludere chi confida nel valore delle buone iniziative, pronuncia un appello a tutti coloro che, a causa della passione per il tiro e la caccia, attraversano momenti di sgradevole difficoltà: “Teniamo duro!”.
Signor Valeri, quali sono le premesse relative all’episodio che ha spinto lei ed i suoi amici alla pronuncia di una dichiarazione pubblica?
Circa dieci anni fa il Comune di Rivolta d’Adda cercò di coinvolgere, con espressa richiesta, le associazioni cittadine nell’organizzazione della fiera regionale di Santa Apollonia, che è la prima manifestazione agricola dell’anno nella provincia di Cremona. Da tanti anni dunque, all’interno di locali messi a disposizione dalle autorità comunali, i miei colleghi ed io organizziamo una gara di tiro a segno con carabine di libera vendita rivolta a ragazzi tra i 7 e i 12 anni. Questo tipo di manifestazione, approfittando di un evento chiaramente ludico, realizza un amichevole incontro tra concittadini ed aiuta a comprendere il punto di vista di noi onesti cacciatori che, come i nostri padri ed i nostri antenati, siamo una risorsa del territorio. Il primo anno la manifestazione venne chiamata “Non solo Caccia”: c’era la sala dove si svolgeva il tiro e un’altra comunicante dove fu allestita un’esposizione di poster raffiguranti le specie animali e vegetali presenti sul nostro territorio (animali, uccelli, insetti, piante, fiori, farfalle, funghi, ecc.). Proiettavamo inoltre delle cassette, giunte da Roma, sul tiro con pistola del nostro atleta olimpionico Di Donna. Certo per i ragazzi la gara rappresenta soprattutto l’attrattiva del gioco…ed in tal senso il successo della prima edizione ci ha portato a riorganizzare lo stesso evento negli anni seguenti. Il Consorzio ci aiuta inviandoci articoli promozionali… e, parlando in termini umani, le dico che si prova grandissima gioia ed emozione nel vedere la soddisfazione dei ragazzi quando, dopo aver sparato, portano il bersaglio per la registrazione ricevendo, oltre alla medaglia ricordo, i berretti, la maglietta, il blocco note etc…
Cos’è accaduto di particolare il 12 febbraio scorso?
Quel giorno abbiamo deciso di sospendere la gara a causa dell’azione di alcune persone che, fin dai giorni precedenti, hanno protestato in modo violento contro la nostra iniziativa. Da una parte è stata attuata una campagna pubblicitaria fortemente offensiva per mezzo di un’intensa attività di volantinaggio e del tentativo di intasamento della casella di posta elettronica del Comune; dall’altra sono stati rivolti degli appelli alle autorità di P.S. culminati con un fax della “lega per l’abolizione della caccia” che evidenziava la necessità di sospendere la manifestazione in ragione della mancata comunicazione di essa alla Questura competente. Mai, negli anni precedenti, ci era stato richiesto un tale onere: le autorità comunali, che hanno chiesto la nostra collaborazione per la fiera, non solo ci hanno sempre autorizzato formalmente ma hanno anche provveduto ad assegnarci dei locali idonei ai bisogni dell’evento.
Quali sono state le ripercussioni?
Se avessimo ceduto allo sconforto un numero considerevole di ragazzi e di genitori sarebbe rimasto deluso ed amareggiato: abbiamo organizzato un torneo di freccette. La partecipazione è stata certo coerente con le nostre aspettative e, da parte della cittadinanza, ci sono state commoventi manifestazioni di solidarietà. Dopotutto la nostra partecipazione alla saga locale celebra una secolare storia di fratellanza con la comunità: la nostra opera si basa anche su attività indispensabili per la salvaguardia dell’ambiente.
Spesso la figura del cacciatore è rappresentata negativamente e, soprattutto in seguito alla trasformazione della società italiana da rurale ad urbanizzata, perviene il dubbio sul fatto che il pubblico moderno possa davvero recepire le istanze di una categoria in apparenza legata ad una dimensione superata. Spesso l’arte stessa della caccia è associata in modo automatico allo sport ed ai passatempi, quasi ad assumere una posizione antagonista rispetto al contesto naturalistico in cui si svolge. Cosa può dirci a riguardo?
Mi viene da ridere: senza ambiente come potremmo andare a caccia? Ogni cacciatore poi affermerebbe che per almeno più di quattro mesi vive in simbiosi con l’ambiente.
Gli incontri come quello organizzato in occasione della fiera di Santa Apollonia servono proprio ad avvicinare persone dalle abitudini diverse. Noi abbiamo imparato a cacciare dai nostri genitori e dai nostri nonni, per i quali la caccia era un modo come un altro di procurarsi il cibo, nel rispetto pieno della natura. Certo il tempo passa così la figura e l’attività del cacciatore si evolve con essa: non a caso la pratica dell’attività venatoria è regolata da un codice etico e, in via ulteriore, da rigide norme di natura giuridica. Ovvio poi che un buon cacciatore, proprio come un buon figlio ed un buon cittadino, deve essere educato ad agire rettamente. È quel che facciamo noi: approfittiamo di un gioco divertente per riunire le famiglie ed individui di età ed esperienza diversa. Quale modo migliore di confrontarsi rispetto all’organizzazione di un incontro simpatico e ad una stretta di mano tra individui rispettosi gli uni degli altri? La nostra attività ha oltretutto effetti tangibili quando si tratta di organizzare, in collaborazione con gli enti pubblici, iniziative per la pulizia dei parchi, boschi, rive dei fiumi ed è necessario sporcarsi le mani: cacciatori, pescatori, Protezione Civile e scolaresche sono sempre presenti. Come vede chi ama davvero l’ambiente, dall’agricoltore all’escursionista, ci conosce e ci apprezza.
Ha qualche suggerimento per altri appassionati che attraversano o potrebbero attraversare la stessa situazione sua e dei suoi amici?
Per prima cosa dico di non mollare mai quando si agisce secondo coscienza: chi si comporta onestamente e lavora per amore verso la comunità ed il territorio ha il dovere di non cedere davanti a questo tipo di imprevisti. Dal punto di vista pratico suggerisco senza dubbio di fare molta attenzione ai requisiti burocratici relativi alle iniziative che si intende portare avanti; in secondo luogo potrebbe essere utile unire i propri sforzi a quelli di tutti gli enti del mondo del tiro in una logica di cooperazione e fratellanza.
Per quel che ci riguarda il nostro impegno futuro sarà decuplicato: molte sono le persone che ci apprezzano per quel che facciamo e per loro, ma soprattutto per i ragazzi, occorre tenere duro. L’anno prossimo chi verrà alla fiera di Santa Apollonia non rimarrà deluso. (Athena Agency Infocenter)
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