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Pezzaze ha perso un componente storico, indimenticato e indimenticabile portavoce della Famiglia Bregoli.. L'Adriano, "il Botamì" dopo anni di malattia ci ha lasciato. Non c’è più la sua voglia di cantare con la quale ha portato in giro per anni le tradizioni della nostra Valtrompia. Ci eravamo persi di vista e non ci frequentavamo da anni, anche se con il cuore vivi ogni giorno le difficoltà e le sofferenze delle persone a cui in qualunque modo sei legato, ma poi sorte vuole che per caso e per fortuna ti reincontri e gli anni che che hai perso in un battibaleno vengono recuperati. L'Adriano Botamì io me lo ricordo con la sua fisarmonica seduto, sorridente, con i baffi, con una gran voglia di divertirsi e divertire. Dove sentivi una fisarmonica lì c'era l'Adriano con i suoi fratelli, il Lino, il Buro, il Bepi, la Clara.... la famiglia Bregoli, che da anni e per anni ha animato tutte le feste di paese e non solo, Si! perchè nei paesi non serve una festa organizzata a puntino, per divertirsi è sufficiente un fiasco di vino una fetta di salame e una fisarmonica…
Da circa due mesi io e mia cugina Manola abbiamo riaperto il bar in piazza a Mondaro, quello della zia Gusta, che è rimasto nel cuore di tutti e noi da subito ne abbiamo avuto sentore. Giorno per giorno abbiamo riallacciato quei rapporti e quel calore che avevamo dimenticato. Chiunque passa al bar porta con sè un patrimonio di ricordi e qualche lacrima di tenerezza.. Da qui è passata anche gran parte della storia di Adriano e della sua famiglia. Accanto ad Adriano ormai da più di trent'anni c'era sua moglie, la “Ave del Botamì”, una donna energica, tenace ma profondamente tenera che gli ha "regalato" Alberto e Luciano due figli che nulla hanno da invidiare al padre.Una bella famiglia, unita e serena allietata anche, dopo il matrimonio di Alberto con Lara, dall'arrivo di Gessica e Pierre gli adorati nipoti. Ma la vita riserva sorprese e sofferenze e pian piano Adriano perde colpi ed energia, divorato nello spirito e nel corpo da un morbo che non perdona, che gli toglie la parola e le forze, ma non la lucidità della mente che parla attraverso gli occhi," specchio dell'anima"......
Ciao Adriano, ci hai lasciato troppo presto. Forse in cielo c'era bisogno di uno come te che suona ad orecchio, che apre la fisarmonica per cercare un motivo, che si appoggia con il peso del corpo per far sentire il calore di un abbraccio, che alza gli occhi e ti guarda e con un sorriso coinvolgente intona una canzone...( Silvì)
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