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L’imbarcadero di Clusane e sullo sfondo l’albergo-ristorante Punta dell’Est |
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Tagliolini di pasta fresca con luccio |
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Non solo: questa penisola che si protende nel lago, ha al suo estremo un ottimo ristorante – “Punta dell’Est”, appunto – che sembra navigare sulle acque insieme all’imbarcadero dove attraccano i traghetti che fanno servizio sul lago.
Non tutti quelli che sono stati a Clusane sono arrivati sino a Punta dell’Est, perché tanti si fermano al porticciolo o al bar “Onda Verde” che attira il turista stanco, mentre con altri cento metri di strada o poco più, lungo la via Sponda (che sfocia sull’acqua) si arriva al molo e quindi alla palazzina che ospita il ristorante “Punta dell’Est” che dispone anche di dodici graziose camere, tutte con vista lago.
Io stesso – lo ammetto – sono stato diverse volte a Clusane, noto a tutti come “il paese della tinca ripiena al forno”, ma non ero mai arrivato sino in fondo a via Sponda, una punta naturale dove il panorama si allarga immensamente.
Dopo alterne vicende, il ristorante sta vivendo una nuova primavera, da quando la gestione è tornata alla famiglia Gatti, che lo aveva aperto nel 1968 e lo aveva tenuto sino al 1981. Papà Natale e mamma Antonietta avevano poi avuto l’occasione di gestire la Trattoria Ai Nidrì, nel complesso di Sassabanek, ad Iseo: gestione che hanno svolto con grande professionalità, insieme ai figli Marinella e Davide. Oggi sono i due figli che dal marzo 2002 hanno ripreso in mano le redini del “Punta dell’Est” e lo scatto di professionalità si è subito avvertito.
La struttura ha tutto per piacere: un ampio parcheggio nel vasto giardino, la diretta discesa a lago, la possibilità di attracco con barca privata, due terrazze per pranzare all’aperto nella bella stagione. E poi, elemento fondamentale, la cucina, che ha come piatti tipici quelli a base di pesce di lago (a Clusane è ancora attiva una cooperativa di pescatori che fornisce la materia prima che più fresca non si può). Mi permetto di consigliare l’antipasto misto di lago (trota marinata, insalata di tinca e alborelle in carpione) e poi i delicatissimi tagliolini di pasta fresca con luccio. Sono due piatti che non mancano mai, come ovviamente il simbolo di Clusane: la tinca ripiena al forno. Non mancano nemmeno anguilla, coregone e persico, ma quel che conta e fa la differenza è il modo in cui sono cucinati, come sa fare solamente una famiglia che è nata sul lago e da decenni serve piatti tipici locali. Sulla “carta” compare un interessante “menù di lago” a 25 euro tutto compreso. Naturalmente il menù accontenta anche chi preferisce il pesce di mare e la carne (pochi piatti ma ben curati).
I due fratelli sono interscambiabili e lavorano in perfetta armonia insieme ai loro collaboratori: mentre Davide sovrintende alla cucina e alla cantina (buona e non piccola la scelta dei vini, con diverse etichette franciacortine), la sorella Marinella si occupa di più della gestione delle dodici camere per le quali c’è una buona richiesta in particolare dalla clientela straniera. In effetti, chi si sdraia una volta sul letto e guarda il panorama sul lago si innamora della location e vi ritorna.
Quanto al ristorante, essendo subentrata da pochi mesi la gestione di Davide e Marinella Gatti, il passaparola non è ancora così intenso e i posti da occupare non sono pochi tra sala principale e terrazzi a lago, ma sicuramente il tempo sarà dalla parte di questi professionisti seri e preparati.
Roberto Vitali
Ristorante Hotel Punta dell’Est
Via Ponta 163
25040 Clusane (Bs)
Tel. 030.989060
info@hotelpuntadellest.it
www.hotelpuntadellest.it
LA RICETTA TINCA AL FORNO
Ingredienti (per 4 persone)
4 tinche da g 300 ciascuna; 300 g burro; 300 g grana padano; 100 g pane grattato; misto di spezie (cannella, noce moscata, chiodi di garofano, pepe); sale; olio di oliva; prezzemolo; qualche foglia di alloro.
Incidere la tinca dalla parte della schiena, levare la lisca, lavare in acqua corrente. Preparare il ripieno con formaggio, pane, spezie, sale e prezzemolo. Riempire le tinche con il ripieno asciutto. Adagiare in una teglia di terracotta bagnata con poco olio e foglie di alloro. Ricoprire le tinche con parte del ripieno asciutto e pezzetti di burro. Infornare a fuoco moderato (160 gradi) per 35-40 minuti. Servire con polenta fumante.
Vino consigliato: Terre di Franciacorta Rosso.
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